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Caos mobilità e urbanistica al palo. Ecco perché non si investe a Roma: lo studio boccia la Capitale

Damiana Verucci
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Investire nella capitale? Prima ci sono Londra, Parigi, Madrid e in Italia c’è Milano, poi arriva Roma. Peccato, perché la nostra città ha un patrimonio storico e architettonico unico al mondo, un hub di trasporti come Fiumicino da cui sono transitate 43,5 milioni di persone, 162 mq. di verde per abitante, oltre alla eccellenza delle università, della ricerca, della sanità. Ma quando si chiede agli stranieri di investire su questo territorio pesano la burocrazia, la difficoltà di spostarsi per via di una mobilità che fa acqua da tutte le parti, la mancanza di una prospettiva di città a lungo termine. Scenari Immobiliari ha analizzato le grandi potenzialità di Roma non sottacendo tutto quello che c’è di buono. Quando però poi si parla, ad esempio, di investimenti intesi come le transazioni immobiliari pubbliche (o rese pubbliche) incluse le acquisizioni di portafogli, il cui volume nazionale nel 2020 è stato pari a 8,2 miliardi di euro, si vede che ben il 61% si sono concentrati in Lombardia (e in particolare a Milano) mentre verso la capitale si è diretto il 13,6% del totale nazionale, quota tra l’altro che si è ridotta drasticamente nell’ultimo decennio, senza mai superare la soglia del 20%. Al contrario è stata ancora Milano a diventare un attrattore di investimenti, soprattutto esteri, in particolare a partire dal 2015. Emerge quindi un mercato italiano ancora molto ridotto se paragonato a quello europeo.

 

 

Un esempio su tutti? A Parigi sono atterrati oltre 19 miliardi di investimenti nel corso del 2020, un numero molto più alto del dato nazionale complessivo. Anche sul fronte residenziale colpisce che i prezzi medi degli immobili in centro sono molto più bassi di quelli di Londra, Parigi e Stoccolma. Roma mostra la crescita del mercato più lenta, con il 5,2%, che si confronta con incrementi che vanno dal 10% di Bruxelles al 55% di Berlino. Interpellati, gli investitori non hanno dubbi: la capitale è al quarto posto per livello di attrattività complessiva della città, ma ora si attende un cambio di passo da parte della prossima amministrazione, anche in vista del Giubileo del 2025. Ad oggi manca una certezza in regole e tempi dal punto di vista urbanistico, serve un upgrade culturale, non solo da parte del settore pubblico, ma anche del comparto delle costruzioni, oltre che grandi opere di rigenerazione urbana. La città sconta anche la mancanza di una banca di riferimento, in quanto a seguito delle grandi fusioni del passato oggi le banche principali hanno sede al Nord. Gli impegni nei prossimi dieci anni? Anche in questo caso gli investitori non hanno dubbi: trasporti e mobilità e risposte della pa. Per quanto riguarda la mobilità viene chiesta una rete di trasporto pubblica adeguata alle dimensioni della città mentre sul tema amministrativo si tratta di lavorare in termini di snellimento dei processi decisionali, incremento della trasparenza, creazione delle condizioni per attrarre investimenti internazionali. In una sola parola, una capitale più moderna.

 

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