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Coffee Break, Enrico Michetti spazza via gli avversari Calenda e Gualtieri. La Raggi dà forfait

Pietro De Leo
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Tre visioni, tre approcci diversi alle priorità. A "Coffe Break" su La7, intervistati separatamente dal conduttore Andrea Pancani si sono avvicendati, nell’ordine, i candidati a sindaco di Roma Carlo Calenda, Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti. Assente, per altri impegni, Virginia Raggi. E allora via per questa carrellata di proposte e prospettive di veduta della città.

A partire dal candidato di Azione, che è stato il primo di tutti a muovere il passo della corsa al Campidoglio, circa un anno fa. “Sono  partito per primo -spiega-perchè Roma è molto grande”. La corsa in solitaria con una civica? “Se presenti agglomerati di liste, e magari sempre con le stesse figure, poi non governi”. Nel colloquio con Pancani, Calenda punta su due direttrici: decoro e riorganizzazione. Dunque ecco il piano di “pulizia straordinaria di Roma da 38 milioni nel primo anno”, che prevede anche il ritorno degli spazzini per strada, ovviamente, spiega il candidato di Azione, con le dovute dotazioni di strumenti. Sul piano riorganizzativo, poi, la confluenza di Ama in Acea, “per fare una multiutility”. Progetto che comprende anche il termovalorizzatore a San Vittore. e poi il suo cavallo di battaglia, il Polo Museale al Campidoglio, spostando gli uffici del Comune, visto che “Roma ha un enorme patrimonio immobiliare”. La priorità dei primi 100 giorni? La revisione delle metropolitane.

Poi è la volta di Gualtieri, candidato del centrosinistra, che invece sembra puntare di più su ambiente, giovani e servizi. Partendo da “la città dei 15 minuti”, in cui tutto si ha a disposizione in un tempo ragionevole”. Sul lato ambientale, secondo Gualtieri è necessaria la riqualificazione energetica dei condomini, “incentivando il bonus 110%”. E poi un’ attenzione particolare alle nuove generazioni, serve “un’agenzia per gli affitti”, che li aiuti “a pagare i canoni”. E poi rispolvera un’idea, aggiornata, addirittura dal fu sindaco comunista Petroselli, come fece i centri anziani, oggi “bisogna fare i centri per giovani”. La priorità dei primi 100 giorni? “Rilanciare Ama".

A chiudere il ciclo è Enrico Michetti, che parte dal tema dei temi, l’occupazione. “Il problema più assillante per Roma è quello del lavoro”. E qui, il candidato del centrodestra, espone la sua visione di processi decisionali più semplici per poi consentire alle imprese di lavorare e ai progetti di andare avanti. “Serve fluidificare le procedure”, spiega, “perché se non si riforma la macchina amministrativa non si cambiano le cose”. Qui, l’avvocato si aggancia alla sua esperienza di consulenza giuridica con vari enti locali. “So com’è possibile rendere le procedure complesse, in modo da assumere iniziative immediate”.  Altro tema fondamentale, quello dei rifiuti. “Oggi, spiega – non si riescono né a trattare né a smaltire”, e imputa una parte del caos anche alla difficoltà di confronto tra Regione e Comune, che hanno portato ad un rimpallo di responsabilità. Infine, il tema forte di Michetti, quello dei quartieri decentrati. “Nominerò un assessore alle perifere”, perché “se ripartono le periferie riparte Roma”. Al di là delle diverse sfumature programmatiche, c’è una nota politica comune: nessuno dei candidati ha aperto la possibilità, qualora non dovesse andare al ballottaggio, di appoggiare un altro. 

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