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Roma, giallo sullo smantellamento del reparto Pics anti-degrado

Valeria Di Corrado
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In una città in preda al degrado, in cui le fontane sono usate come vasche da bagno e il Colosseo come le pareti di un wc da scarabocchiare, in cui gli abusivi vendono qualsiasi cosa ai turisti (biglietti maggiorati, bevande, borse contraffatte), si è pensato bene di sciogliere la «Sezione Pronto Intervento Centro Storico» della Polizia locale, meglio nota come P.I.C.S. Il gruppo venne istituito nel 1995 per contrastare i fenomeni di degrado urbano nel centro storico: uno «strumento prezioso», di cui si sono avvalsi i sindaci Rutelli, Veltroni, Alemanno, Marino e Raggi (almeno fino ad oggi). Ebbene, tre settimane prima delle elezioni comunali, il comandante della Polizia di Roma Capitale Ugo Angeloni ha firmato una disposizione che prevede una «revisione interna del Comando del Corpo». «Si procederà alla soppressione della Sezione Pronto Intervento Centro Storico - si legge nell’informativa del 13 settembre inviata alle organizzazioni sindacali - e al contestuale assorbimento delle sue attività all’interno della U.O. S.P.E.», ossia il Gruppo Sicurezza Pubblica ed Emergenziale. «Ciò al fine di un migliore utilizzo delle risorse umane e logistiche, nonché per promuovere una maggiore efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa», considerato che «i compiti del predetto reparto sono riconducibili alla tutela della sicurezza urbana, anche in chiave emergenziale».

 

 

Per essere precisi, gli agenti dello S.P.E. sono deputati al contrasto dei reati nei campi nomadi e al censimento dei suoi abitanti; mentre i P.I.C.S. si occupano di cancellare scritte e graffiti, sanzionare le affissioni irregolari, controllare le attività commerciali e reprimere il commercio ambulante abusivo. Inoltre, ai caschi bianchi ex P.I.C.S. è stata data la possibilità di scegliere in quale gruppo territoriale ricollocarsi, quindi è improbabile che scelgano di spostarsi dal centro storico per andare a lavorare fuori dal Raccordo, negli uffici di Ponte di Nona, dove ha sede lo S.P.E. «Al di là delle valutazioni di merito, ciò che colpisce sono le modalità e la tempistica di quanto disposto - commenta Marco Milani, segretario romano aggiunto del Sulp (Sindacato Unitario dei Lavoratori della Polizia Locale) - Da tempo chiediamo all'amministrazione un nuovo ordinamento del Corpo, capace di adeguarlo ai mutati contesti urbani e soprattutto volto a recepire, al pari degli altri comuni del Lazio, le normative regionali vigenti in tema di Polizia Locale. Sorprende però come, a un mese dalla scadenza elettorale, si pensi di procedere a parziali modifiche a colpi di disposizioni calate dall'alto, sopprimendo sezioni e magari elevando competenze di nuclei dell'ultima ora».

 

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