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Variante Delta, "ecco il più grande focolaio d'Italia". A Roma allerta massima

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La variante Delta galoppa nella Capitale. Dopo gli Europei e la vittoria dell'Italia contro l'Inghilterra nello stadio di Wembley arriva il conto salatissimo per Roma dove si è acceso il più grande focolaio di Covid in Italia. Salgono a 97 i contagi nel quartiere Monteverde dopo Italia-Belgio: secondo quanto riporta il "Corriere della Sera" quello che è accaduto nel pub The Clifton, ha generato una catena di contagi diventando in pochissimo tempo il più grande focolaio della penisola.

Sono 88 i positivi con un’età inferiore ai 25 anni. Sul caso è arrivata la testimonianza di uno dei contagiati, un 18enne: "È stata una bomba a orologeria - denuncia - Mi chiedo come abbiano fatto i proprietari a essere così superficiali". In effetti secondo chi aveva seguito il match all'interno del pub quasi nessuno avrebbe indossato la mascherina.

Ci sarebbero state troppe persone, tutte ammassate "molte più di quello che poteva contenere il pub" raccontano. Ma i gestori del The Clifton finito sotto accusa hanno voluto fare chiarezza con un post su Facebook, affermando che tutte le regole anti-Covid invece sono state rispettate. 

E mentre si cerca di tamponare i nuovi contagi soprattutto dopo i grandi assembramenti degli Europei si combatte anche sul fronte vaccini. Nel Lazio c'è una popolazione grande quasi quanto Bologna (408.318 persone) che continua ad apparire come se fosse «allergica» alla vaccinazione anti-Covid. Nessuna intolleranza manifesta, ma piuttosto una resistenza ormai prolungata da mesi ai tanti richiami di una campagna vaccinale che puntava a raggiungere l'immunità di gregge sin dal mese prossimo. E invece il nuovo report settimanale del commissario Figliuolo continua a registrare nel Lazio la presenza di 353.777 over-50 no-vax e 54.541 ritardatari della seconda dose tra gli operatori sanitari (maglia nera nazionale) e scolastici. Nel dettaglio si tratta di 15.980 over-80 «in attesa di prima dose» (3,88% della fascia più anziana), cosi come i 47.422 over-70 (8,60%), 90.877 over-60 (12,84%), 199.083 over-50 (21,17%) e 415 ospiti delle Rsa (1,62% contro la media nazionale dello 0,32%). Ma all'appello del generale Figliuolo mancano anche 30.599 operatori sanitari laziali, tuttora privi della copertura vaccinale completa, senza la seconda dose come altri 23.942 operatori scolastici. Il Lazio è la Regione messa peggio per quanto riguarda la «popolazione di personale sanitario»: su 200.835 in organico, infatti, la seconda dose è stata somministrata solo a 170.318, pari all'84,77%, nove punti in meno della media nazionale del 93,39% (ha fatto peggio soltanto la Provincia autonoma di Trento con 1'83,57%).

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