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Fuggi fuggi da AstraZeneca, così parte la caccia al vaccino "buono"

Antonio Sbraga
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Va dove ti porta il vaccino (Pfizer o Moderna, sognando Sputnik). Altro che il cuore, è il timore (ingiustificato, secondo gli esperti) ancora legato alla tre-giorni di sospensione cautelativa di AstraZeneca ad orientare la scelta di molti residenti nel Lazio, che arrivano addirittura a cancellare le prenotazioni già fatte pur di evitare la dose della società anglo-svedese. Fino a svuotare anche i grandi centri vaccinali, come quello di Fiumicino: «È più vuoto dell’aeroporto - racconta uno dei pochi vaccinati - su 25 box presenti ne saranno rimasti attivi al massimo un quinto: ho chiesto i motivi agli operatori presenti, mi hanno spiegato che, dopo la sospensione, le somministrazioni sono progressivamente rallentate perché lì inoculano l’AstraZeneca».

 

 

E dire che la scorsa settimana l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, aveva addirittura annunciato l’estensione dell’apertura anche nelle ore notturne del centro vaccinale di Fiumicino. L’assessore aveva anche avvertito che sarebbero finiti in coda i laziali non più disponibili a vaccinarsi con AstraZeneca. Ma la misura non sta funzionando: sono sempre di più quelli pronti a disdettare per cercare di prenotare nuovamente, scegliendo i centri vaccinali che il passaparola indica come quelli che somministrano Pfizer o Moderna. Come “l’Istituto Spallanzani o l’Auditorium Parco della Musica” secondo le voci popolari più ricorrenti. Che non si fermano neanche davanti ai comunicati ufficiali, come quello dell’Asl Roma 6: ieri l’azienda sanitaria dei Castelli, infatti, ha ribadito quelle che sono le indicazioni d’uso delle «vaccinazioni con Pfizer: sugli over-80, sui disabili gravi e sulle categorie estremamente vulnerabili indicate dal piano nazionale». Quindi non certo per le altre fasce d’età, anche se già molti nati tra il 1942 e il 1951 sostengono d’esser già stati vaccinati con le dosi Pfizer o Moderna. E sono ancora di più coloro che ora quasi lo pretendono, cercando di scegliersi il punto vaccinale in grado di poterli soddisfare.

 

 

Una sorta di ordinazione per una vaccinazione “à la carte” che va pure oltre l’attuale menù: «Ogni giorno riceviamo centinaia di richieste per il vaccino Sputnik, a Roma, nel Lazio e da diverse parti d’Italia. Ecco perché desideriamo che si proceda con pragmatismo e scienza - ha spiegato D’Amato, intervenuto ieri alla tavola rotonda italo-russa sul vaccino di Mosca - Confermo la volontà di una rapida verifica con il Fondo russo di investimenti diretti riguardo la produzione sul territorio regionale. Rappresentiamo una fetta importante della farmaceutica italiana ed europea e riteniamo si debba procedere in sinergia quando il vaccino avrà ottenuto tutte le validazioni. Finora abbiamo perso tempo in attività burocratiche che dovrebbero essere ridotte al minimo. Confermo anche una volontà di acquisizione diretta delle dosi sottoponendoci agli enti regolatori italiano ed europeo». Ma uno dei sindacati dei medici di base, la Fimmg Lazio, avverte: «La Regione prenda esempio dalla Merkel per il coinvolgimento dei medici di famiglia nella campagna vaccinale. Serve una regia unica contro le difformità di comportamento delle Asl ed una differente organizzazione nella distribuzione delle dosi: non col contagocce ma programmata e costante».

 

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