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Vaccini, Usa contro AstraZeneca: dati obsoleti. L'Ue cambia le regole sull'export

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AstraZeneca ha incluso "dati obsoleti" a sostegno dell'efficacia (al 79%) del suo vaccino contro il Covid-19. Le autorità sanitarie Usa hanno accusato la casa farmaceutica poche ore dopo la diffusione del rapporto, chiedendo dati aggiornati visto che quelli usati potrebbero non considerare le varianti. Un'ennesima disputa attorno alla casa farmaceutica anglosvedese, già al centro delle tensioni con l'Unione europea sulle scarse forniture del siero. La compagnia ha risposto che aggiornerà le informazioni entro 48 ore, ma nel frattempo è chiaro che il nuovo intoppo non farà che aumentare la diffidenza verso il vaccino. Anthony Fauci, consigliere capo del presidente Joe Biden, ha parlato di un "errore banale", definendo il vaccino AstraZeneca "probabilmente molto buono". Ha voluto rassicurare: la Food and drug administration (Fda) condurrà una revisione indipendente per decidere sul via libera al siero, e il fatto che la questione dei dati sia emersa è una conferma che il sistema di sicurezza funziona.

Intanto, è attesa domani alla Commissione europea l'approvazione alla revisione del meccanismo di trasparenza e autorizzazione sull'esportazione dei vaccini. Il portavoce Eric Mamer non ha fornito dettagli sulla misura, legata al mancato rispetto di quantità e tempi delle consegne di AstraZeneca, mentre secondo Reuters saranno estesi i poteri sul taglio all'export verso Regno Unito e altre zone con tassi di vaccinazione molto più alti. Saranno, cioè, introdotti principi di reciprocità e proporzionalità. Che ora mancano, per Bruxelles: "Tra fine febbraio e il 15 marzo (...) 41,4 milioni di dosi sono state esportate in 33 Paesi. Quelle invece consegnate nell'Ue sono 70 milioni", "siamo stati molto generosi e aperti verso i nostri partner e ora vogliamo" la "nostra giusta quota", ha detto il vice presidente della Commissione, Maros Sefsovic. La direttrice generale della direzione Salute, Sandra Gallina, ha aggiunto: "Abbiamo discusso con i Paesi membri e vogliamo agire", "è scandaloso, un danno alla reputazione", mentre la società "produce in uno stabilimento sui 5 indicati sul contratto".

Nel frattempo, un altro portavoce ha annunciato che, "sulla base degli ultimi contatti con l'azienda", "le prime consegne del vaccino di Johnson & Johnson avverranno a metà aprile". Con l'obiettivo, ha ribadito, di "avere il 70% della popolazione adulta Ue vaccinata a fine estate", mentre "ci aspettiamo molte consegne nel primo e secondo trimestre". La direttrice dell'Ema, Emer Cooke, a proposito del vaccino russo Sputnik V ha invece dichiarato che l'agenzia sta "valutando con grande attenzione l'efficacia e sicurezza", mentre attende di ricevere "il più presto possibile dati aggiuntivi" che "in questo caso riteniamo necessari". Sul farmaco russo è tornata anche Gallina: "Siamo interessati a tutti i vaccini di qualsiasi provenienza. Ma qualunque sia la loro origine, dovranno superare il processo dell'Ema", ed è prevista la visita negli impianti di produzione. Si tratta di "un processo normale", ha aggiunto. A Mosca a ricevere il vaccino contro il Covid-19 è stato anche il presidente, Vladimir Putin, che lunedì si era scagliato contro l'Ue mettendo in dubbio la sua reale volontà di vaccinare i propri cittadini, dopo che il commissario al Mercato interno Thierry Breton aveva affermato che il blocco "non ha assolutamente bisogno dello Sputnik V".

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