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Policlinico Umberto I, i posti letto Covid pronti nel 2025. Per la terapia intensiva altri quattro anni

Antonio Sbraga
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Gli ultimi saranno quelli dell’Umberto I. Gli attesi 26 posti letto aggiuntivi di terapia intensiva (più 48 di semi-intensiva), sollecitati per l’emergenza-Covid dal Ministero della Salute nel maggio scorso, decretati a luglio dalla Regione e con i relativi bandi di gara pubblicati ad ottobre dal commissario straordinario, Domenico Arcuri, infatti, non saranno disponibili prima del 2025.

Tempi tutt’altro che “intensivi”, ma quantificati nello stesso cronoprogramma stilato dall’azienda ospedaliera: “1.460 giorni consecutivi e naturali”. Quattro anni precisi per riuscire ad effettuare “i lavori per la realizzazione di 26 posti letto di terapia Intensiva presso l’edificio 43 (ex VI Clinica Medica) e dei lavori di realizzazione di 16 posti letto di terapia subintensiva presso l’edificio n. 40 delle malattie infettive e 32 posti letto di terapia sub intensiva presso i padiglioni 31, 2, 3, 4A, 5 del Policlinico Umberto I”. Un lungo cantiere dagli alti costi: presenta “un ammontare complessivo di €. 17.911.405 Iva inclusa (attrezzature elettromedicali escluse), di cui €. 12.910.803 per i soli lavori”.

Nel decreto del 21 luglio scorso la Regione ha indicato “282 posti aggiuntivi di Terapia intensiva e 412 di Semi-Intensiva” per complessivi 118 milioni e 561 mila euro. Ma per almeno un quarto (74) di questi nuovi 282 letti di Rianimazione occorrerà attendere da uno a 4 anni. Perché, oltre all’Umberto I ultimo, per realizzare gli agognati 38 posti letto aggiuntivi all’ospedale “San Giovanni-Addolorata”, ad esempio, ci vorranno “tra i 10 e i 18 mesi”. Mentre per realizzare i 10 posti aggiuntivi di terapia intensiva” (oltre a 14 di semi-intensiva) al “Sant’Andrea” c’è proprio bisogno di un “ampliamento edilizio da edificare entro il 2023”.

All’ospedale di Colleferro, invece, da tempo sono pronti i 2 posti di terapia sub-intensiva (finanziati grazie alla donazione di 250 mila euro della società aerospaziale Avio Spa), oltre ai nuovi 4 posti di Terapia intensiva, ma ancora non aprono per carenza di anestesisti. Ma, nel frattempo, i ricoveri nei reparti di Terapia intensiva continuano ad aumentare: con i 15 degenti in più di ieri il numero complessivo è salito a 318. Con una conseguente “pressione alta” diagnosticata dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni che, nel monitoraggio quotidiano sulla “percentuale di posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid”, indica col bollino rosso “7 Regioni oltre la soglia critica: Provincia autonoma di Trento e Bolzano, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Piemonte”.

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