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E ora spuntano pure i finti reparti Covid

Antonio Sbraga
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Per ora l’unica cosa certa è che 4 persone sono morte in seguito al ricovero per Covid all’interno di un reparto mai indicato nell’ordinanza regionale sulla rete-Covid, cioè la Chirurgia dell’ospedale di Subiaco, dove alcuni pazienti sono rimasti per 10 giorni. Non sono stati trasferiti in un Covid-Hospital, né sono stati trattati in un reparto di Terapia intensiva (lì è stato chiuso nel maggio 2015). Sono morti in quel reparto, ma le loro età non trovano riscontro fra quelle indicate nei dati anagrafici dei defunti-Covid citati nei bollettini quotidiani della Regione. Però i 4 morti purtroppo ci sono: una 75 enne il primo novembre, un 87enne venerdì 13 e un uomo e una donna, rispettivamente di 83 e 92 anni, lunedì 16. Della seconda vittima ne ha dato comunicazione ufficiale anche il sindaco di Subiaco, Francesco Pelliccia: «Purtroppo dobbiamo constatare il primo deceduto presso l’Ospedale di Subiaco, causa Covid». Era un uomo di 87 anni, un’età che però non figura sul bollettino regionale di quel giorno, né di quelli a seguire: «Nell’Asl Roma 5 - si legge nel bollettino del 13 - Si registra un decesso di 89 anni con patologie». Eppure l’87enne era ricoverato da una decina di giorni nell’ex Chirurgia, chiusa e riconvertita dal primo novembre in un reparto Covid, come annunciato sempre dal sindaco sublacense: «In tutti gli Ospedali dell’Asl Roma 5 è stato allestito un reparto Covid (non più una semplice area di isolamento prima del trasferimento in ospedali specializzati ma un vero e proprio reparto di cura) trasformando temporaneamente altri reparti. Nell’ospedale di Subiaco il reparto Covid, affidato alla Medicina, avrà 10 posti letto, in luogo del reparto di chirurgia».

Ma questi 10 letti non figurano nell’ordinanza regionale sulla «rete ospedaliera Covid-19» che, per l’ospedale di Subiaco, indica soltanto «2 posti letto». Però non nel reparto di Chirurgia, bensì a ridosso del Pronto Soccorso, in «un’area specifica da destinare al ricovero di pazienti da Covid al fine del confinamento degli stessi», come ha scritto la stessa Asl Roma 5 nella delibera del 1° ottobre scorso, con la quale ha autorizzato i lavori d’adeguamento per 46 mila euro. Lunedì scorso sono morti altri 2 degenti nell’ex Chirurgia, ma neanche delle loro età, 83 e 92 anni, si trova riscontro sul bollettino regionale di questa settimana. «Tutti i decessi che sono registrati e comunicati dalle varie sedi aziendali (ospedali e territorio) vengono trasmessi attraverso sistemi informatici direttamente dalle strutture tecniche dell’Asl agli Organi competenti oltre che all’Assessorato che li riepiloga (se effettivamente si tratta di decessi Covid) nel consueto comunicato giornaliero - risponde l’Asl Roma 5 - Ovviamente il comunicato è disallineato temporalmente di 24 ore rispetto al decesso e non è nominativo, quindi la segnalata carenza potrebbe semplicemente riguardare un dato comunicato per altro a livello aggregato di Asl, il giorno successivo. Comunque la Direzione Sanitaria sta procedendo a verifiche per appurare un eventuale disallineamento», conclude l’Asl senza però rispondere alle domande su chi ha autorizzato i 10 letti-Covid e perché i 4 degenti non sono stati trasferiti in un Covid-Hospital prima di morire (in quello di Subiaco, tra l’altro, non ci sono pneumologi e infettivologi).

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