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Il dramma delle scuole senza Rete. L'appello della preside alla Azzolina

L'intervista a Il Tempo di Patrizia Marini, dirigente dell'Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni

Valentina Conti
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Un appello alla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina “affinché aiuti i nostri ragazzi in questo momento delicato”. A lanciarlo con questa intervista a Il Tempo è Patrizia Marini, dirigente scolastica dell’Istituto Tecnico Agrario Emilio Sereni, che sorge fuori dal Grande Raccordo Anulare, in piena campagna romana. Le tre sedi sono sostanzialmente sprovviste della connessione di rete. “Se si passasse al 100% di Didattica Digitale Integrata per ottemperare alle misure anti-contagio – spiega - in questo momento sarebbe un dramma enorme”.

Partiamo dalla sede principale dell’istituto sulla via Prenestina. Avete la linea internet?

“C’è una linea molto flebile e discontinua, che viaggia a tratti. Poi abbiamo la succursale alla Bufalotta dove internet non prende proprio”.

Non c’è segnale?

“Praticamente zero, quindi ci siamo organizzati con le cosiddette “saponette”, attrezzature esterne per far fronte a questi giorni in cui siamo al 20% di didattica in presenza e 80 in digitale, in attesa di un collegamento migliore. Stiamo cercando di realizzare un progetto con un consorzio che offre infrastrutture di rete, ma dovremmo sobbarcarci un costo di oltre 40mila euro. La zona nel complesso è isolata, il collegamento dovrebbe essere in fibra. Poi la terza sede è a San Vito Romano, una scuola di montagna dove abbiamo un sistema che va a rilento”.

Ha segnalato la questione al Ministero dell’Istruzione?

“Mi sono rivolta al Ministero più volte chiedendo il finanziamento per il collegamento già da quando è iniziata la questione Covid. Con l’emergenza sanitaria ovviamente la necessità è diventata più impellente. Con la didattica a distanza l’esigenza maggiore era per gli uffici amministrativi, ora invece specialmente per gli studenti fragili, le persone in quarantena, i ragazzi fragili a cui facciamo lezione a distanza”.

Cosa le hanno risposto da Viale Trastevere?

“Hanno parlato di un prossimo bando sulle linee informatiche. Speriamo bene: un bando ha i suoi tempi di espletamento nonostante le possibili semplificazioni. Il nostro problema è contingente. Un istituto di oltre 200 docenti e 850 alunni ha bisogno di una rete consolidata che ci consenta di sviluppare la didattica innovativa che applichiamo nei programmi. Ci occupiamo di agricoltura 4.0, facciamo modelli matematici, statistici, usiamo droni, sensori in campagna etc…e allora tutto deve essere tracciato e gestito in modo informatizzato anche a distanza. La nostra azienda è di ben 40 ettari”.

In questi giorni come procede la didattica digitale?

“A intervalli continui, a singhiozzo, spesso utilizzando i cellulari personali. Abbiamo distribuito device di piccole dimensioni ai ragazzi che ne erano sprovvisti: ne abbiamo acquistato 130 in un anno con le risorse del MI. Ma così non possiamo continuare. C’è stata l’estate di mezzo, si poteva fare qualcosa. E c’è pure un altro problema”.

Quale?

“Quello legato ai laboratori, che online non si possono fare. Devono essere in presenza: quelli di azienda agraria, di fisica, linguistica, informatica, scienze, chimica etc. non possono essere trasformati. Sono quindi esperienze professionalizzanti che si perdono”.

Ma le risorse per il progetto di cui ha parlato con il consorzio dove le troverete?

“Se non ci aiutano, faremo una raccolta fondi”.
 

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