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La mossa del cavallo di Calenda. Vuole candidarsi a Roma, ma senza il Pd

L'ex ministro sta rivalutando l'idea della corsa al Campidoglio. Ma non vuole l'accordo coi grillini. E al Nazareno nicchiano

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Il Pd pensa alle primarie e Carlo Calenda rivaluta la candidatura, ma senza il Partito democratico. Sono queste le ultime novità nel centrosinistra in vista del voto per il Campidoglio nel 2021.

In assenza di nomi di peso, i Democratici starebbero pensando alla consultazione tra gli elettori, da svolgere ad inizio dicembre dopo 1 mese di campagna elettorale, per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra per il Campidoglio. Archiviata la tornata elettorale delle amministrative la prospettiva dei gazebo prende quota tra i Dem.

Da giorni il segretario Nicola Zingaretti lancia appelli ai dirigenti del partito a farsi avanti e non cadere vittima della paura di venire "bruciati" dal Campidoglio, dove l’esperienza per gli ultimi tre sindaci si è rivelata simile ad un percorso sulle montagne russe. I nomi in cima alla lista al Nazareno, stando alle indiscrezioni, sono noti da tempo: il presidente dell’Europarlamento David Sassoli, il capo della Polizia Franco Gabrielli, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Dai primi due è arrivato già un "no grazie" pubblico, mentre appare difficile disimpegnare il terzo dalla guida del Mef ora che si prepara la sfida del Recovery Fund.

Possibili outsider i due ex ministri Massimo Bray e Andrea Riccardi. Ma per questi ultimi due sarebbero in corso valutazioni sulla loro capacità di fare presa nelle periferie, lì dove vive oltre 1 milione di persone e si vincono le elezioni a Roma.

Se l’appello del segretario cadrà nel vuoto toccherà alle primarie, elemento identitario per i Dem, ma che in questo schema politico potrebbero apparire come una soluzione di ripiego. Anche qui i nomi dei possibili candidati sono già sul piatto: la senatrice Pd Monica Cirinnà, i presidenti di Municipio Giovanni Caudo, Sabrina Alfonsi e Amedeo Ciaccheri, il consigliere regionale di Demos Paolo Ciani e l’attivista civico Tobia Zevi. Mentre l’ex ministro Carlo Calenda potrebbe tentare una corsa in solitaria. Calenda negli ultimi giorni avrebbe sentito Zingaretti, ma al Nazareno non sarebbero felicissimi di sostenerlo. Da un lato per il suo traumatico addio al partito, dall'altro per la sua assoluta contrarietà a un accordo con i Cinquestelle.

Il dato di partenza è la corsa per il bis di Virginia Raggi, con i Dem che non vogliono replicare l’alleanza giallorossa in Campidoglio con la sindaca come candidata. Il posizionamento con largo anticipo sulle urne della Raggi è stato dettato anche dall’esigenza di tentare di prevenire le richieste di farsi da parte che potrebbero arrivare da alcuni esponenti a 5 Stelle sull’altare del consolidamento dell’alleanza di governo.

La sindaca intanto prepara la sua campagna nelle periferie, con il litorale di Ostia e i Municipi dei quartieri difficili di San Basilio e Tor Bella Monaca scelti per tentare una rincorsa dei consensi perduti in questi anni difficili in Campidoglio.

Nel frattempo anche il centrodestra cerca un candidato nella mediazione tra Fratelli d’Italia e la Lega. La predilezione sarebbe per un candidato civico. Negli ultimi giorni si sono rincorse voci sull’ex presidente degli industriali romani Aurelio Regina e su Giancarlo Cremonesi, già alla guida di Acea e dei costruttori dell’Acer. Ma anche qui mancherebbe ancora un nome capace di mettere d’accordo tutta la coalizione.

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