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Genitori della scuola Girolami di Monteverde sul piede di guerra

Mary Tagliazzucchi
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Quando gli appelli alle istituzioni competenti restano inascoltati – e purtroppo è quello che accade spesso - è necessario scendere in piazza a manifestare tutta la propria indignazione. E’ quello che hanno deciso di fare questa mattina i cinquanta genitori della scuola Artom a Monteverde. Dal 13 agosto scorso infatti, una paradossale situazione si sta verificando a danno dei piccoli studenti che fanno parte di una porzione dell’istituto comprensivo Margherita Hack che, se tutto va bene, vedranno la loro data d’inizio scuola, rimandata a maggio 2021. A meno che vengano trasferiti al plesso Artom che, nonostante la comprensione da parte dei genitori dell’istituto di fatto rischia di accogliere un numero maggiore di bimbi rispetto a quello di naturale capienza. Questo porterebbe a ritrovarsi un numero di studenti maggiore senza poi il rispetto del basilare distanziamento sociale imposto dalle normative anti Covid-19.

Il Tempo aveva denunciato questa situazione già dallo scorso mese di agosto insieme al presidente del comitato scolastico della Artom, Massimo Romano che, pur vicino alle famiglie della Girolami, sottolineava e, sottolinea ancora, la mancata organizzazione da parte delle istituzioni competenti. “Nelle ultime settimane ho parlato spesso con l’assessore alla scuola del XII Municipio, la Tomassi. Insieme al Rappresentante dei genitori della Girolami, le abbiamo sottoposto tutte le nostre richieste e possibili soluzioni per evitare, quantomeno, il posizionamento delle due classi ai piani superiori”, dichiara Romano che ha manifestato davanti la scuola insieme agli altri genitori questa mattina. “Ci ha aiutati a portare avanti le nostre istanze, ma il Dipartimento ha bocciato ogni soluzione proposta. A questo punto ci ritroviamo con lavori già fatti e un’unica certezza: quella che per noi la scuola non inizierà il 14 settembre. Forse il 21. Non c’è ricambio di aria nelle aule poste ai piani superiori. Esiste un solo bagno per 40 insegnanti e si trova dentro una delle nuove aule. Le uscite di sicurezza non sono in sicurezza. Ad oggi non esistono piani antincendio e le norme ministeriali, comunali e regionali sul distanziamento sociale non sembrano poter essere rispettate. Chiediamo ancora una volta al Municipio e al Comune di Roma risposte sulla sicurezza dei nostri bambini”. conclude il presidente del comitato scolastico della Artom, Massimo Romano.

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