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Dalla voragine al Pantheon torna alla luce il pavimento imperiale della piazza

Pantheon archeologia

La scoperta grazie alla grande buca che si è aperta nei giorni scorsi fanno "rivivere" le antiche lastre di epoca adrianea

Fernando M. Magliaro
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Per una volta, le buche di Roma regalano una gioia (non solo ai gommisti): a causa dell'apertura di una delle classiche voragini capitoline, emerge una parte della pavimentazione di epoca imperiale del Pantheon.  L'annuncio arriva dalla Soprintendenza Speciale di Roma: sette lastre di travertino, ritrovate a "circa 2,30 / 2,70 metri sotto il piano stradale con dimensioni di circa 80 per 90 centimetri per uno spessore di 30 centimetri, sono state ritrovate una prima volta negli anni '90 del secolo scorso in occasione della costruzione di una galleria di sottoservizi (polifera), e lo scavo venne rilevato e documentato".  "Dopo oltre vent'anni dal loro primo rinvenimento –spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma–, riemergono intatte le lastre della pavimentazione antica della piazza antistante al Pantheon, protette da uno strato di pozzolana fine. Una dimostrazione inequivocabile di quanto sia importante la tutela archeologica, non solo una occasione di conoscenza, ma fondamentale per la conservazione delle testimonianze della nostra storia, un patrimonio inestimabile in particolare in una città come Roma".  In epoca imperiale la piazza era molto più grande della attuale e si apriva di fronte al Pantheon, il tempio dedicato a tutti gli dei fatto costruire da Agrippa tra il 27 e il 25 avanti Cristo. L'area è stata interamente ristrutturata nel II secolo dopo Cristo dall'imperatore Adriano, e anche la piazza venne rialzata e nuovamente pavimentata. Le quote cui si trovano le lastre, oggi rimesse in luce, appaiono pertinenti alla fase adrianea del complesso.  Il cantiere in un primo momento in capo al I Municipio, consegnato poi ad Acea continuerà nei prossimi giorni per il ripristino idrico e con ulteriori indagini archeologiche della Soprintendenza Speciale di Roma in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. 

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