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Coronavirus, a Roma la domanda per i buoni spesa si farà solo online

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Davide Di Santo
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La domanda per il contributo spesa nel Comune di Roma si farà on line. L'erogazione dei soldi avverrà direttamente su conto corrente bancario o tramite la consegna di Buoni Pasto. Lo fa sapere il Campidoglio illustrando il contenuto dell'Avviso Pubblico che Roma Capitale sta per pubblicare e attraverso il quale i cittadini potranno fare domanda per l'erogazione del sostegno alla spesa per famiglie in condizioni di difficoltà economica causate dalle misure di prevenzione e contenimento della diffusione del nuovo Coronavirus Covid-19. Il modulo si dovrà compilare e inviare direttamente on line sul sito di Roma Capitale. I contributi saranno erogati secondo tre fasce: fino a 300 euro per nuclei familiari composti da 1 o 2 persone; fino a 400 euro per nuclei familiari composti da 3 o 4 persone; fino a 500 euro per nuclei familiari composti da 5 o più persone. Le richieste saranno smistate ai vari Municipi di riferimento, che dopo aver effettuato una prima verifica di eventuali altri contributi percepiti dai richiedenti, procederanno ad inviare all'Amministrazione Capitolina una banca dati dei beneficiari. Il Dipartimento alle Politiche Sociali di Roma Capitale liquiderà il contributo direttamente tramite versamento su IBAN. Qualora il richiedente non l'avesse indicato nella domanda, il contributo sarà erogato attraverso Buoni Pasto. Il contributo sarà incompatibile con altre forme di sostegno al reddito erogato da Enti Pubblici. Al momento della domanda, il nucleo richiedente dovrà compilare un'autocertificazione, su cui saranno condotte verifiche ex-post da parte dall'Amministrazione e in itinere a campione. Per la consegna dei Buoni Pasto l'Amministrazione sta vagliando il coinvolgimento di volontari della Polizia Locale di Roma Capitale per attivare la consegna a domicilio. Per sostenere i cittadini nell'invio della richiesta si sta valutando anche il coinvolgimento del Segretariato Sociale. È inoltre in corso un'interlocuzione con reti di parrocchie e organizzazioni del Terzo Settore cittadino al fine di intercettare una possibile platea di ‘invisibili', che potrebbero non attivarsi secondo i canali stabiliti per la richiesta della misura.

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