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Coronavirus, primo italiano positivo al test. È uno dei connazionali tornati dalla Cina

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Pina Sereni
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È risultato positivo ai test l'italiano che era stato trasferito alle 14 di ieri dalla cittadella militare della Cecchignola all'ospedale Spallanzani. Fa parte di uno degli italiani rimpatriati dall'Unità di crisi del Ministero degli Esteri con un volo dalla Cina. La notizia dell'avvenuto contagio è stata diffusa solo nella tarda serata di ieri. Il precedente bollettino medico spiegava che «il paziente, in buone condizioni generali, presentava un modesto rialzo termico», e che gli accertamenti erano ancora in corso. L'uomo, che presentava un po' di febbre, era stato isolato, rispetto al gruppo, al loro arrivo alla Cecchignola. Ma sull'aereo militare che lo ha riportato in Italia, partito da Wuhan, era insieme ad altre 57 persone. Sul volo c'era anche il vice ministro della Salute, Pierpaolo Sileri. E proprio ieri pomeriggio, prima che arrivasse la notizia del contagio, Sileri, ai microfoni del Tg4 aveva risposto così a chi gli chiedeva se avesse paura: «No, non ho paura. I viaggitori indossavano tutti le mascherine, non saprei nemmeno riconoscerlo». Un notizia, quella della positività ai test, che ora, invece, non può che preoccupare gli altri italiani lasciati in quarantena alla Cecchignola. Riguardo i due cinesi ricoverati nell'ospedale romano, intanto, il quadro clinico resta invariato, così come il trattamento farmacologico sperimentale: «Le loro condizioni cliniche restano invariate, con parametri emodinamici stabili. La prognosi resta riservata. I due pazienti ricevono dal 4 febbraio terapia antivirale sperimentale. Tali farmaci sono indicati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come i più promettenti sulla base dei dati disponibili. Il lopinavir/ritonavir è un antivirale comunemente utilizzato per la infezione da Hiv che mostra attività antivirale anche sui coronavirus. Il remdesivir è stato ottenuto grazie alla disponibilità dell'azienda farmaceutica produttrice, attraverso una procedura effettuata tempestivamente grazie all'impegno del Comitato Etico del nostro Istituto, dell'Aifa, delle dogane e dell'Usmaf di Milano Malpensa. Il remdesivir è un antivirale già utilizzato per la Malattia da Virus Ebola, ed è potenzialmente attivo contro l'infezione da nuovo coronavirus». Buone notizie arrivano dal resto del Paese. La paziente ricoverata mercoledì presso il reparto di Malattie infettive dell'ospedale Cardarelli di Campobasso, con un sospetto di infezione da coronavirus, è risultata negativa al test effettuato allo Spallanzani. Le sue condizioni cliniche - informa - sono in netto miglioramento e sarà dimessa nelle prossime ore. Ed esito negativo hanno dato le analisi su un uomo a Barletta. Vito Montanaro, direttore del Dipartimento salute della regione Puglia, ha spiegato: «Abbiamo seguito il protocollo e non appena abbiamo avuto un dubbio sostenuto dalla anamnesi, abbiamo attivato le procedure». Allarme rientrato pure per il caso segnalato ieri mattina alla struttura di Igiene e Sanità pubblica pratese dell'Ausl Toscana Centro. Si tratta di una donna di 59 anni di nazionalità italiana residente a Prato che ha soggiornato nell'hotel di Roma dove è stata ospite la coppia di cinesi ricoverati allo Spallanzani. «La donna - informa una nota della Ausl - mercoledì ha presentato una sintomatologia febbrile e sono state subito applicate le procedure previste ed approvate dall'Unità Sanitaria di crisi Aziendale. I risultati del test hanno dato esito negativo. La paziente è ricoverata in malattie infettive, in buone condizioni generali».

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