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Stadio della Roma, finanza in Comune. Nuova grana per Virginia Raggi

Valeria Di Corrado e Andrea Ossino
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«Io ho fatto tutto correttamente. Al contrario chi mi ha accusato non conosce evidentemente la legge, né ha idea degli argomenti di cui per mesi si è spacciato esperto. Ancora una volta la decisione del Tribunale ha spazzato via tutto il fango che hanno tentato di gettarmi addosso». Ha parlato troppo in fretta Virginia Raggi, commentando ieri su Facebook il decreto con cui il giudice delle indagini preliminari di Roma, Costantino De Robbio, ha disposto la sua archiviazione dall'accusa di abuso d'ufficio contestatale inizialmente dalla Procura in relazione all'iter amministrativo per la realizzazione del nuovo stadio giallorosso a Tor di Valle. Pur non avendo coinvolto sin dal primo momento il Consiglio capitolino, sul fronte penale - come scrive il gip - «non vi sono elementi per desumere che la sindaca di Roma abbia intenzionalmente agito per favorire qualcuno». Lo scenario, però, è diverso sul fronte contabile. Anche i pm della Corte dei conti del Lazio, infatti, stanno indagando sugli atti amministrativi che ruotano attorno al progetto del nuovo stadio della Roma. La Guardia di Finanza ha avuto la delega ad acquisire in Campidoglio i documenti della Conferenza di servizi, il progetto con le planimetrie e tutti i calcoli sulle cubature dell'impianto sportivo. Ma soprattutto i finanzieri andranno a cercare il parere chiesto nel gennaio 2017 all'Avvocatura capitolina dalla Raggi - su input dell'ex assessore all'Urbanistica Paolo Bardini - e poi secretato dalla sindaca... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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