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Quattromila contro "Malagrotta 2"

Caos rifiuti, monta la protesta contro Malagrotta 2. I comitati celebrano il funerale della Valle Galeria per protestare contro la discarica

Gianluca De Rosa
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Una bara, un carro funebre, una cerimonia e persino un affollatissimo corteo per celebrare la morte immaginaria della Valle Galeria, dove - lo ha ordinato la Regione, lo ha deciso il Campidoglio - sorgerà la nuova discarica di Monte Carnevale e dove fino al 2013 si trovava Malagrotta, per quasi 50 anni Buca senza fondo per tutti i rifiuti della Capitale. Paura e rabbia, di certo, non hanno inibito la fantasia dei cittadini della valle Galeria che ieri, in quasi quattromila, si sono adunati in un largo spiazzo proprio al centro della valle. Una protesta sarcastica per ribadire con forza il No a quella che qui chiamano senza troppi giri di parole "Malagrotta 2". Se la politica non è stata clemente, ieri almeno lo è stato il tempo. Un sole quasi primaverile ha illuminato il piazzale durante tutta la manifestazione. Da palco gli interventi sono cominciati con il ricordo di Sergio Apollonio, storico attivista e leader della battaglia per la chiusura della discarica di Malagrotta, morto ad 88 anni due inverni fa. Intanto i bambini, tanti, venuti con le famiglie scandiscono in cantilena, quasi divertiti il loro slogan «Uniti si lotta, la valle non si tocca». Un agricoltore è arrivato direttamente in trattore e con un agnellino che allatta con un biberon, ben contento di posare insieme ai bimbi e all'animale per la gioia dei genitori venuti per protestare, ma inteneriti dalla situazione. D'altronde anche l'agnello, con una canotta con scritto «No discarica», è prestato alla battaglia comune. Sulla parte più alta del caricatore del trattore è affisso un cartello: «Gli agricoltori della valle Galeria dicono No». E non è l'unico supporto stravagante agli striscioni della protesta. Su una grande croce di legno, ai due lati del braccio orizzontale, ci sono due cartelli che recitano «Discariche, inceneritori, biogas e biomasse, mettiamoci una croce», mentre un gruppo di signore con indosso dei sacchi dell'immondizia neri ognuno con appiccicata una lettera compone la scritta "Monnezza capitale". «Questa valle - spiega Francesco, impiegato di 54 anni - ha già dato, siamo stufi: pensavamo tutto tranne che potessero aprire qui una nuova discarica». Un concetto causticamente riassunto da uno striscione che scandisce «Famo un po' per uno». E in tanti, in effetti, sono venuti anche da altri territori per supportare i cittadini della valle Galeria e smentire le liti tra comitati delle diverse zone a rischio discarica. C'è, per esempio, una delegazione del comitato di Tragliatella, zona fino alla settimana scorsa in pole position per ospitare il nuovo sito. Tanta anche la politica, comprese due presidenti di Municipio grilline e una pattuglia di consiglieri capitolini del M5s in aperto dissacordo con la propria maggioranza. Per Fratelli d'Italia ci sono invece il capogruppo capitolino Andrea De Priamo, i consiglieri regionali Fabrizio Ghera e Chiara Colosimo e il coordinatore del municipio XI Federico Rocca. Presente anche il candidato del centrosinistra nello stesso municipio, Gialuca Lanzi. Non ci sono però simboli di partito. Lo hanno esplicitamente richiesto i comitati della Valle Galeria che hanno anche stabilito che nessun politico interverrà dal palco. «Una scelta - spiega Emanuela D'Antoni, del comitato Valle Galeria Libera - non per limitare la democrazia ma per evitare di connotarci e disperdere partecipazione». E la preferenza si rispecchia anche nell'assenza di esplicite critiche su cartelli e striscioni alla sindaca e a Zingaretti. Un cartone con scritto «Valle Galeria libera, Raggi dimettiti», viene rapidamente rimosso nell'imbarazzo. Un gruppo indossa t-shirt bianche fatte da Marco Palma con la scritta «Se Raggi sona le trombe noi sonamo le campane», mentre un signore con del fil di ferro ha attaccatto un pinocchio di legno a un lungo cartello tutto in stampatello con le foto di sindaca e governatore e il testo «Ero un bugiardino, oggi i politici sono bugiardoni senza vergona». Terminati gli interventi il corteo - con trattore e carro funebre alla testa - parte in direzione della vicina stazione di trasferenza dei rifiuti di Ponte Malnome, con grande colpo d'occhio per i fotografi che dall'alto di una terrazza sul piazzale immortalano la folla in moviment

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