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Manuel Bortuzzo e l'equivoco della giacca "maledetta"

Il ragazzo che ha sparato: Quel poraccio non cammina più e tutto partito per un "che c..vuoi"

Andrea Ossino
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«Quello non cammina più…e tutto è partito per un "che ca..o vuoi"». È a causa di un'esclamazione che è stata innescata la catena di eventi che da quasi un anno costringe Manuel Bortuzzo sulla sedia a rotelle. La frase rivelata da uno dei due «mancati killer», durante un colloquio in carcere, adesso è stata messa nero su bianco nelle motivazioni della sentenza con cui Daniele Bazzano e Lorenzo Marinelli sono stati condannati (al termine del rito abbreviato) a scontare 16 anni di reclusione perché accusati di duplice tentato omicidio premeditato, detenzione e ricettazione della pistola calibro 38. Bazzano ha guidato il motorino da cui è stato esploso il colpo che ha centrato alla schiena la giovane promessa del nuoto. Ma a sparare è stato Lorenzo Marinelli. Il nome di quest'ultimo, dopo l'omicidio, lo sapevano «tutti», rivela un testimone. Ma nessuno ha bussato alla porta degli inquirenti. Gli atti inediti contengono quanto accaduto tra il 2 e il 3 febbraio scorso, quando poco prima delle due di notte, gli agenti arrivano all'Irish Pub O'Connel di piazza Eschilo, ad Axa. La rissa per cui intervengono è finita, ma sentono tre colpi di arma da fuoco provenire dalla vicina via Menardo. Lì, all'altezza del civico 29, di fronte al distributore automatico delle sigarette, vedono Manuel Bortuzzo. È disteso sull'asfalto e abbracciato alla fidanzata, Martina Rossi. È stato appena raggiunto da un proiettile. Manuel ricorda perfettamente quel ragazzo che a bordo di uno scooter «aveva alzato il braccio impugnando una pistola, lo aveva puntato e aveva sparato due colpi» urlando «figlio di pu..na». «A bordo (del motorino, ndr) c'erano due ragazzi vestiti di nero che ridevano», avrebbe successivamente riferito un testimone. Gli inquirenti capiscono subito il collegamento tra il tentato omicidio di Manuel e Martina e la precedente rissa nel pub. I due ragazzi non hanno nulla a che vedere con quella baraonda. Non sono neanche entratinel locale. Ma Manuel quella sera indossava la stessa giacca nera di un ragazzo che poco prima aveva preso a pugni in faccia Marinelli, durante una rissa nata a causa di un amico degli imputati che, ubriaco e molesto intonava cori della Roma, avrebbe detto «che ca..o vuoi» a chi lo avrebbe invitato a uscire dal pub. Lo rivela Bazzano al padre, intercettato in carcere il 21 febbraio: «Quel poraccio… quello non cammina più… è tutto partito per un "che cazzo vuoi"». Tra le diverse testimonianze c'è un ragazzo che afferma di aver parlato con un amico: «Gli avrebbe riferito – si legge negli atti - il nome del soggetto che aveva sparato». «Lo sanno tutti», avrebbe detto il giovane per poi prendere il telefono dell'amico e scrivere il nome di «Lorenzo Marinelli senza proferire alcuna parola». «Lo sanno tutti», ma nessuno ha parlato, se non «disturbato» dalla polizia. Secondo il giudice, Bazzano e Marinelli sono ritornati sul «luogo della rissa alla ricerca degli aggressori per impartire loro una lezione». Ma hanno sparato a un ragazzo che nulla aveva a che fare con quella rissa e con quel mondo di violenza, distante da Manuel per storia e ambizioni. Per questo sono stati condannati. Mentre Manuel continua ad affrontare la vita da campione.

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