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Truffa al fisco per oltre 100 milioni. Scoperto il giro delle fatture false

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650 indagati nella maxi operazione del Nucleo speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza. Emesse 21 misure interdittive

Andrea Ossino e Augusto Parboni
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Oltre 20 milioni di euro sequestrati e 21 misure interdittive emesse nei confronti di altrettante persone. È in corso dalle prime luci dell'alba una maxi operazione messa a segno dal Nucleo speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza. Si tratta della stessa indagine rivelata da Il Tempo appena 18 giorni fa: l'inchiesta Easy Money. Alla base del meccanismo scoperto dai baschi verdi, coordinati dalla Procura di Roma, c'è un'organizzazione criminale ben strutturata che sarebbe riuscita a evadere oltre 100 milioni di euro riciclandone almeno 55. Il fascicolo nasce da una precedente indagine che ha già portato all'arresto di tre imprenditori (Massimo Tilli, Giuliano Cimaglia e Cristiano Sala), e all'iscrizione di 50 persone sul registro degli indagati. Secondo gli inquirenti attraverso società cartiere sarebbero state emesse fatture per operazioni inesistenti. In pratica sono stati certificati lavori mai realizzati. E il denaro versato per i “lavori fantasma” è andato a finire in conti correnti che sistematicamente sono stati svuotati per consentire a imprenditori compiacenti di riavere i soldi frodando così il Fisco: “Me li ricaricavano a me sul BancoPosta e io glieli riportavo”, recita un'emblematica intercettazione racchiusa nell'ordinanza di arresto emessa 18 mesi fa. Da allora gli investigatori del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza hanno approfondito la faccenda scoprendo l'organizzazione articolata su tre livelli. Del primo facevano parte i capi che si occupavano della creazione delle società cartiere, delle false fatture e di gestire i flussi di denaro. Il secondo livello “è costituito da persone di estrema fiducia per i capi (…) sono la longa manus del primo livello”, scriveva il gip. Poi il terzo: i “procacciatori di clienti” che lavoravano su percentuale. Ed è proprio sui clienti che giorno dopo giorno si è focalizzata l'attività investigativa: adesso sono circa 500 i professionisti che, dopo essersi affidati alle “cure” dell'associazione a delinquere, rischiano di finire nel mirino della Procura.

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