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Dopo la "luce del Signore" vogliono la sanatoria

Prima il riallaccio forzato della corrente elettrica nel palazzo per mano dell'elemosiniere del Papa, poi colletta in Vaticano per la multa

Susanna Novelli
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Un atto politico senza precedenti, quello del cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, che ha riallacciato l'elettricità in un palazzo occupato della Capitale dopo aver raggiunto una morisità di oltre trecentomila euro. O meglio un'ingerenza «straniera» che rischia di riaccendere i carboni, sempre ardenti, dei movimenti sociali della Capitale. Quegli stessi che da anni, in barba alla legge, occupano - spesso dietro compenso e imponendo regole di "obbedienza" come dimostrato delle numerose inchieste della procura di Roma - immobili pubblici e privati. Quegli stessi che hanno messo in ginocchio la Capitale negli scontri del 2011, così come la rivolta per lo sgombero di un altro palazzo occupato, quello di piazza Indipendenza. Un «messaggio» ecumenico quello dell'elemosiniere di papa Francesco che cade guarda caso nel bel mezzo della campagna elettorale per le elezioni Europee del 26 maggio e a pochi giorni dalla protesta di Casal Bruciato, un quartiere periferico della Capitale dove il Campidoglio guidato da Virginia Raggi ha assegnato una casa popolare a una famiglia nomade con dodici figli. In seguito a quella protesta proprio Bergoglio volle incontrare la famiglia minacciata. Vescovo di Roma, certamente e come tale responsabile delle anime capitoline, credenti o no. Eppure introdursi in una cabina elettrica e staccare sigilli apposti legalmente in una situazione del tutto illegale, è tutta un'altra cosa.  Inevitabile la ripercussione elettorale di una vicenda che nel giro di qualche ore aveva già fatto il giro del mondo. E gli occhi sono ovviamente puntati tutti sul ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che anche ieri ha... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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