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Scontri e barricate per la casa ai nomadi. Cori contro la mamma rom: "Ti stupro"

Foto Nicola Dalla Mura

Madre e figlio rientrano nell'appartamento di via Satta scortati dalla polizia. I residenti davanti al portone: "Da qui se ne devono andare"

Carlo Antini
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«Andate via», «Troia», «Merda», ma soprattutto «Ti stupro». Sono solo alcune delle urla che i militanti di CasaPound con alcuni residenti hanno rivolto all'indirizzo della mamma della famiglia rom e del bambino che aveva in braccio mentre entravano, scortati da un cordone di polizia, nel palazzo di via Satta a Casal Bruciato accedendo dall'ingresso laterale di piazza Balsamo Crivelli. Sono due dei 14 componenti della famiglia rom che ha legittimamente ottenuto l'alloggio. Un mese dopo la sollevazione di alcuni residenti e militanti di estrema destra, che ha portato una famiglia rom a rinunciare alla casa popolare che il Campidoglio le aveva assegnato a via Cipriano Facchinetti, a Casal Bruciato, la stessa scena si ripete a poche centinaia di metri di distanza, in via Satta. Stavolta però, almeno per ora, l'epilogo sembra differente: la famiglia rom di origine bosniaca assegnataria dell'appartamento, composta da 14 persone e proveniente dal campo nomadi della Barbuta, sembra intenzionata a resistere e rimanere nello stabile. Questo nonostante alcuni dei bimbi siano particolarmente scossi dall'accoglienza fatta di insulti e minacce loro riservati da alcuni residenti del complesso di case popolari. Di fatto, dopo Torre Maura è la terza sollevazione di questo tipo in due mesi. A dispetto di alcuni momenti di tensione legati al presidio contemporaneo di CasaPound nel cortile sotto il palazzo e dei movimenti lotta per la casa e Usb nella strada adiacente, i rom vogliono provare a non cedere alle contestazioni. Il Campidoglio da parte sua ha inviato a sostegno la presidente del Municipio IV Roberta Della Casa e l'assessore al Patrimonio Rosalba Castiglione per portare il messaggio che non si torna indietro rispetto alla linea che gli alloggi popolari si assegnano in base alle graduatorie a prescindere dalla nazionalità degli aventi diritto. Mentre la sindaca Virginia Raggi ha parlato della situazione con il prefetto e con il questore. Domani si annuncia una nuova giornata di passione a Casal Bruciato. Nel pomeriggio alle 16 i movimenti per il diritto all'abitare si ritroveranno a via Satta per «impedire a CasaPound di sfilare impunemente per il quartiere». Mentre il movimento di estrema destra ha annunciato un presidio alle 17.30 a piazza Balsamo Crivelli per rivendicare le case popolari «per gli italiani e non per i nomadi». Un nuovo capitolo di una "guerra tra poveri" che sembra destinata a proseguire nei prossimi mesi, con il Campidoglio che intende chiudere i campi nomadi assegnando abitazioni di edilizia popolare ai residenti dei campi che ne hanno diritto e i residenti storici delle periferie romane che non intendono condividere gli stessi caseggiati con loro, accusandoli di essere portati a delinquere.

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