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Sgombero in vista nella sede di Casapound

Dopo sedici anni il Campidoglio approva la mozione per la bonifica nello stabile in via Napoleone III

Mary Tagliazucchi
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Già dallo scorso autunno - da quando la sindaca Raggi aveva comunicato la sua intenzione di sgomberare la sede Casapound, l'associazione di estrema destra - l'ipotesi che lo stabile di proprietà del Demanio fosse finalmente liberata cominciava a farsi sempre più concreta. Ma adesso a poche ore dall'approvazione dell'assemblea capitolina (30 voti favorevoli del Pd e del M5S a firma del consigliere del partito democratico Giovanni Zannola), la possibile attuazione dello sgombero dell'edificio (ex ente per l'istruzione media ed elementare) di via Napoleone III è quasi realtà. L'occupazione in questione infatti vanta una durata di ben sedici anni, ovvero dal 27 dicembre del 2003. Da quando 18 famiglie in stato di grande emergenza abitativa vi risiedono abusivamente. Ed è dello scorso 26 ottobre l'ultima visita da parte degli uomini della Guardia di Finanza nella storica sede di Casapound. L'ispezione all'interno dell'immobile - anche se in molti si aspettavano il peggio fra gli occupanti e le forze dell'ordine -  è avvenuta in piena tranquillità come aveva tenuto a precisare Simone Di Stefano, segretario del movimento. A parte questo però a tutt'oggi gli occupanti non sembrano voler rinunciare al palazzo. Questo nonostante il countdown degli sgomberi previsto negli altri palazzi occupati della Capitale sia già iniziato a cominciare dall'ex fabbrica di penicillina nella zona di San Basilio, sulla via Tiburtina al centro di una maxi operazione di sgombero avvenuta lo scorso 10 dicembre.  Lo stabile - al centro di polemiche e denunce da parte dei cittadini - è stato fra i primi edifici ad essere nel mirino del decreto legislativo sicurezza. Un vero cancro urbano dove illegalità, degrado e sporcizia erano la norma in questo imponente edificio in cui vivevano abusivamente centinaia e centinaia di persone fra stranieri e alcuni italiani. Ma occupazioni e sgomberi sono ormai un rituale consolidato a cui i romani - sempre più rassegnati - assistono impotenti da anni. Sì perché se al momento delle operazioni le cose sembrano risolversi, subito dopo tutto torna come prima. Dal canto suo il ministro dell'Interno Matteo Salvini - che ha fatto della lotta alle occupazioni il suo cavallo di battaglia – ha dichiarato nel corso del tempo che, a tempo debito, "anche gli occupanti di Casapound verranno sgomberati, anche se non sono in cima alla lista delle attuali priorità".

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