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Stadio della Roma, tremano in venti

Il costruttore romano Luca Parnasi e l'avvocato Luca Lanzalone rischiano il processo per associazione a delinquere, corruzione e finanziamenti illeciti

Valeria Di Corrado e Andrea Ossino
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L'inchiesta che ha fatto tremare le fondamenta di uno stadio mai costruito volge al termine. Sono 20 le persone che rischiano di finire a processo per associazione a delinquere, corruzione e finanziamenti illeciti. I pm Paolo Ielo e Barbara Zuin hanno concluso la prima tranche dell'indagine "Rinascimento", che ha coinvolto politici, funzionari pubblici, costruttori e faccendieri avrebbero cercato di trarre profitti di ogni sorta dalle dinamiche relative alla costruzione del nuovo stadio della Roma. Un'inchiesta ampia, nata dalle stesse indagini che hanno travolto l'ex uomo scelto da Virginia Raggi per organizzare la macchina amministrativa del Campidoglio, Raffaele Marra. Un fascicolo che giorno dopo giorno si è allargato finendo per approfondire i rapporti assolutamente trasversali tra il costruttore Luca Parnasi e la politica. A rischiare il processo per corruzione è il costruttore romano Luca Parnasi e l'avvocato Luca Lanzalone, sia nella qualità di "consulente di fatto" del Campidoglio, sia in qualità di presidente di Acea. Tra gli altri ci sono anche l'ex assessore del Pd Michele Civita e il sovrintendente dei Beni culturali di Roma Francesco Prosperetti. Ancora in indagine invece il filone che riguarda il finanziamento illecito alle fondazioni del Pd "Eyu" e quella legata alla Lega "Più voci". In questo fascicolo stralciato c'è anche il capogruppo dei Cinque Stelle in Campidoglio Paolo Ferrara, ancora indagato. Archiviate invece le posizioni del presidente del Coni Giovanni Malagò e degli avvocati romani Mauro Vaglio e Daniele Piva.

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