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Parla il super-testimone: "Se chiami il 118 qui finisce male"

La Scientifica sul luogo del delitto

Il racconto del bulgaro che portò la sedicenne a via dei Lucani

Valeria Di Corrado e Silvia Mancinelli
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“Quando sono tornato lì dentro (nel palazzo in via dei Lucani ndr), mi sono avvicinato e l'ho toccata sul viso. Era fredda”. Così Nasko Radev, un trentaduenne bulgaro senza fissa dimora che vive nei pressi della stazione Termini, racconta al pm Stefano Pizza e agli uomini della Squadra mobile che il 24 ottobre scorso lo hanno sentito come persona informata sui fatti. E' lui, amico di Desiree Mariottini, a ricostruire le ultime ore di vita della sedicenne e quelle strazianti subito dopo la sua morte. “Ci siamo conosciuti circa un mese fa alla stazione Termini. Desiree in quella circostanza stava con un altro amico; ho capito che anche lei faceva uso di sostanze stupefacenti e quindi mi sono presentato. Una volta siamo andati insieme in via dei Lucani, in quell'occasione le dicevo di non andare mai più da sola in quel posto perché era chiaramente pericoloso. C'erano tanti neri, tra cui uno che spacciava eroina e uno che spacciava cocaina. Con me Desiree è andata una volta sola ma altre volte l'ho trovata lì dentro a bucarsi o a fumare con la stagnola. In quest'ultimo mese l'ho incontrata lì dentro due o tre volte”. È confuso, sbaglia i nomi, ma ricorda bene... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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