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Gatto al guinzaglio sul balcone. Salvo dopo l'allarme dei vicini

Hanno chiamato le guardie zoofile. Aperta un'inchiesta

Valeria Di Corrado
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Missione "freecat". Con un trasportino in una mano e un ordine di sequestro firmato dalla Procura nell'altra, i vigili e le guardie eco-zoofile di Roma hanno fatto irruzione ieri pomeriggio, intorno alle 18, in una palazzina di via Giuseppe Palombini, in zona Boccea. Obiettivo del blitz: liberare il gattino che una signora teneva legato con un guinzaglio sul balcone di casa. Incuriosito si è avvicinato a fatica alla ringhiera, guardando con occhi malinconici, attraverso una retina, l'arrivo dei suoi "salvatori". La corda che lo ancorava al muro esterno, infatti, era talmente corta che non gli permetteva di sporgersi, se non voleva rischiare di strozzarsi con il collare. Il piccolo "Prisoner" (il nome vero non lo conosciamo, ndr) è un comunissimo micetto grigio, in gergo scientifico definito soriano. Ha circa un anno. Alla sua età dovrebbe giocare senza sosta, saltare e schizzare da un angolo a un altro come una pallina impazzita. Invece la tortura che gli ha inflitto la sua "carceriera" gli impedisce persino di camminare o di inarcare la schiena. Lo spirito libero e l'indipendenza del gatto sono proverbiali. Per questo vederne uno "alla catena" è contro natura, un pugno allo stomaco. È come imprigionare una farfalla in un'ampolla o relegare una balena in una vasca. I vicini di casa dirimpettai, stanchi di assistere ogni giorno a questo triste spettacolo, hanno deciso di chiamare le guardie zoofile dell'Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali), inviando alcune foto del povero gatto legato al guinzaglio e inibito nei movimenti più semplici. La onlus, a sua volta, ha girato la segnalazione alla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per abbandono di animali. L'articolo 727 del codice di penale prevede infatti che venga punito con l'arresto fino a un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro, non solo chi abbandona, ma anche "chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttivi di gravi sofferenze". Proprio sulla base di questa ipotesi di reato, il pm Carlo Villani ha ordinato di sequestrare il gatto. Quando gli agenti della Polizia Locale e le guardie zoofile hanno bussato alla porta, la proprietaria non era in casa. E il suo povero micio, ovviamente, era chiuso fuori, sul balcone. Inizialmente i vigili hanno pensato di chiedere aiuto ai pompieri per salire con una scala fino al primo piano. Poi, invece, hanno preferito aspettare, per circa tre ore, che la signora rientrasse. Quest'ultima si è giustificata dicendo che era stata costretta a legarlo perché scappava. "Se è questo il problema, come mai allora non lo tiene dentro casa? - osserva un vicino - Forse teme che graffi la tappezzeria o semini il pelo ovunque. Ma allora perché comprare un gatto se non si è disposti a venire incontro alla sua natura?". Il piccolo "Prisoner" sarà affidato in custodia al Comune e portato nel gattile della Muratella. Comincia da oggi la sua seconda vita. Con la speranza che presto arrivi la terza, quando qualcuno deciderà di adottarlo e ridargli la sua libertà negata, ricordando che non si può possedere un felino. "Un gatto, ne sono convinto, può camminare su una nuvola", scriveva Jules Verne. Figuriamoci se lo si può confinare a fare su giù su un balcone.

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