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Stadiopoli, Parnasi ai magistrati di Roma: "Ho pagato tutti i partiti"

Luca Parnasi

Ecco le ammissioni del costruttore alla Procura

Carlo Antini
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Al netto della pausa notturna, l'interrogatorio di Luca Parnasi è durato una giornata intera. E' iniziato intorno alle 17 di ieri pomeriggio e si è interrotto alle 22, per consentire agli inquirenti, all'indagato e ai suoi legali di dormire. Stamattina l'atto istruttorio è ripreso intorno alle 9,30 e si è concluso alle 15. In queste 11 ore Parnasi ha ammesso tutto: quello che era contenuto nell'ordinanza di custodia cautelare, quello che emergeva chiaramente dalle intercettazioni telefoniche e ambientali e forse anche di più. "Ho pagato tutti", ha raccontato, in sintesi, il costruttore ai magistrati della Procura di Roma che tra ieri e oggi sono stati ad ascoltarlo nel carcere di Rebibbia, dove è stato trasferito dal penitenziario milanese di San Vittore. Come sospettavano i pm e i carabinieri del Nucleo investigativo che per mesi hanno monitorato ogni sua mossa, il costruttore, per non avere ostacoli di alcun tipo nella realizzazione del nuovo stadio della Roma, non aveva scrupoli né imbarazzi a elargire denaro e altre utilità a chiunque: esponenti politici, movimenti, fondazioni e partiti, che fossero di maggioranza o dell'opposizione. Somme in chiaro, tracciate, di cui sono stati spiegati significato e scopo, più altri contributi su cui dovranno essere fatti approfondimenti investigativi per capire se di natura lecita o illecita. Parnasi pagava per risultare simpatico, per aggirare possibili intoppi di natura burocratica e incassare autorizzazioni e "via libera" di tipo tecnico, per velocizzare l'iter amministrativo di determinate procedure, per mantenere rapporti cordiali con chiunque, o anche solo per accreditarsi negli ambienti che contano in vista di futuri progetti imprenditoriali, da intraprendere anche fuori Roma. Lo dicono le carte istruttorie, e di fatto lo avrebbe confermato lo stesso imprenditore nel "faccia a faccia" con i pm. "Io pago tutti", aveva già spiegato in una delle tante intercettazioni contenute nel provvedimento restrittivo del gip Maria Paola Tomaselli. "Sulle elezioni spenderò qualche soldo - aveva aggiunto in un'altra conversazione captata dagli investigatori - è un investimento che devo fare...molto moderato rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre che manco te le racconto però la sostanza è che la mia forza è quella che alzo il telefono...". 

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