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Parla Elia Viviani: "Troppo rischiose le buche di Roma. Così ho fermato il Giro"

Virginia Raggi con Elia VIviani e Chris Froome

Simone Pieretti
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Una presa in Giro. La conclusione della corsa ciclistica più importante del Paese non chiude le polemiche sulla disastrosa organizzazione da parte del Comune. Buche, sampietrini e noncuranza hanno messo a repentaglio l'incolumità dei ciclisti che - presa coscienza sulle criticità del circuito da ripetere per undici volte a conclusione del secondo giro hanno chiesto e ottenuto che il cronometro fosse neutralizzato dopo appena 35 km. «Non avevamo nessuna intenzione di correre dei rischi inutili - sottolinea Elia Viviani, già oro su pista alle Olimpiadi di Rio 2016- ci siamo accorti dei problemi appena effettuato il primo degli undici giri, a molti è saltava la catena della bici, il percorso era sconnesso, era assolutamente inutile rischiare di rompersi l' osso del collo. L'errore fondamentale è che nessuno - prima della partenza - abbia percorso l' itinerario sulla bicicletta, ed è chiaro che tale responsabilità non può ricadere su noi ciclisti considerando che siamo arrivati a Roma soltanto sabato sera... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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