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Roma, tir turco entra nella "green zone". Fermato dai carabinieri

Polizia

Il camion è arrivato da via Tomacelli fino quasi a largo Goldoni

Carlo Antini
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Un tir in piena mattinata per errore 'buca' la zona di sicurezza del centro di Roma e arriva fin nei pressi di piazza del Parlamento prima che qualcuno delle forze dell'ordine lo fermi. E' accaduto oggi, in un momento in cui si parla di guardia molto alta per prevenire atti di terrorismo compiuti anche con veicoli lanciati nelle strade delle città, e specie in questo Venerdì santo inserito nel pacchetto delle giornate definite ad altissima sorveglianza e vigilanza. E con il centro considerato off limits e con tanto di sbarramenti con gipponi e mezzi militari dislocati in più punti della lunga arteria stradale e dello shopping romano che dai Fori Imperiali porta fino a piazza del Popolo. Protagonista un tir con targa di Istanbul che chissà come è riuscito ad arrivare dal Lungotevere fino a un pezzo di via del Corso, in prossimità di piazza San Lorenzo in Lucina, dopo aver superato largo Goldoni, dove ormai abitualmente stazionano mezzi delle forze di polizia. E il Tir avanzava lentamente, a passo d'uomo, senza trovare ostacoli alla sua marcia che l'ha portato quasi a ridosso di piazza del Parlamento. A fermarlo lì è stata una pattuglia di carabinieri arrivata a sirene spiegate. I militari hanno verificato camion e autista, chiesto spiegazioni al conducente, un uomo di mezza età. Il quale evidentemente aveva sbagliato - e di molto - strada e s'era ritrovato nel cuore della capitale anziché dove era previsto dovesse recarsi, non è chiaro se per scaricare o per caricare merce.  "In merito alle notizie diffuse circa un presunto "buco" nel sistema di sicurezza della "green zone", si precisa che si è trattato di una normale operazione di polizia nel corso della quale un mezzo pesante non autorizzato è stato fermato dalle pattuglie in servizio e, accertata la buona fede dell'autista, è stato riaccompagnato sull'itinerario corretto - lo precisa la questura di Roma in una nota - La circostanza dimostra la assoluta reattività del dispositivo di sicurezza della "green zone", che non prevede chiusure predefinite ai varchi ma, come più volte chiarito, controlli rigorosi e capillari".

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