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Roma, Raffaele Marra rinviato a giudizio per abuso d'ufficio

Raffaele Marra

L'ex braccio destro della sindaca Raggi

Carlo Antini
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Si aprirà il 20 aprile il processo a carico di Raffaele Marra legato alla nomina del fratello Renato a capo del Dipartimento Turismo del Campidoglio. L'ex braccio destro di Virginia Raggi è accusato di abuso d'ufficio nel procedimento dal quale è stata stralciata la posizione della sindaca, imputata per falso. Raggi ha preferito chiedere il rito immediato e la prima udienza del suo processo è fissata per il 21 giugno. Nel corso dell'udienza, che si è tenuta oggi davanti alla gup Raffaella De Pasquale, la difesa di marra ha depositato una memoria nella quale si sostiene che l'ex finanziere non avrebbe ricevuto alcun vantaggio dalla nomina del fratello. La sindaca è accusata di aver dichiarato alla responsabile anticorruzione del Campidoglio, di aver deciso, lei da sola, ogni dettaglio della nomina, senza consultare l'allora capo del personale del Comune. Questa circostanza è palesemente smentita dalle chat, tra la sindaca e Raffaele marra, nelle quali Raggi rimproverava al suo strettissimo collaboratore di averla "messa in imbarazzo" per aver scelto il fratello Renato senza consultarla. Intanto è stato sospeso per tre mesi l'altro processo a marra, che lo vede imputato per corruzione insieme a Sergio Scarpellini. L'imprenditore accusato di aver pagato parte di due immobili a marra è gravemente malato, e il tribunale ha fissato la prossima udienza al 13 aprile, per un aggiornamento sulle sue condizioni. In quella data, si deciderà se proseguire con un unico procedimento o stralciare la posizione dell'imprenditore nel caso in cui non fosse ancora in grado di prendere parte alle udienze in aula. Il Gruppo Scarpellini ha stipulato per anni convenzioni urbanistiche milionarie che richiedevano l'emanazione di provvedimenti amministrativi da parte del Comune di Roma e della Regione Lazio, realtà nelle quali marra ha avuto posizioni dirigenziali negli anni 2009-2013, al centro dell'indagine. A fronte di tutto ciò, marra acquistò dal Gruppo Scarpellini nel 2009 un appartamento a Roma con uno sconto di quattrocentomila euro: l'ex dirigente lo pagò 700 mila euro anziché un milione e cento. Inoltre, nel 2013, marra ricevette 367 mila euro, da parte di Scarpellini, per acquistare un altro appartamento dell'Enasarco in via Dei Prati Fiscali, che intestò a sua moglie. Secondo la difesa si trattò di un "prestito": resta il fatto che di quasi quattrocentomila euro, in oltre tre anni non venne restituito nulla. Inoltre in alcune intercettazioni risalenti all'estate del 2016, Marra, che di lì a poco sarebbe diventato capo del personale del Campidoglio, parlando con la segretaria di Scarpellini si definì "a disposizione" dell'imprenditore.

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