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Sparatoria a Ostia, il pizzaiolo gambizzato è il nipote del boss Carmine Fasciani

L'ingresso della pizzeria in via delle Canarie

Si chiama Alessio Ferreri e ha 41 anni

Maria Grazia Coletti
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Tornano a parlare le armi a Ostia. Due persone gambizzate nella notte in una pizzeria in Via delle Canarie: una di loro Alessio Ferreri, pizzaiolo di 41 anni con qualche precedente, è il nipote di Carmine Fasciani, boss della mala del litorale. L'altra persona ferita è Alessandro Bruno, 50 anni, responsabile del locale "Disco Giro Pizza": entrambi sono ricoverati all'ospedale Grassi di Ostia e non sono in pericolo di vita. IL FATTO Tutto è successo poco dopo le 22: qualcuno, con il volto coperto dal casco, si avvicina al locale in moto, poi gli spari, le urla, le due vittime a terra. In una strada poco distante viene ritrovata la moto, data alle fiamme dopo esser stata usata dagli autori di un'azione che ha tutte le caratteristiche dell'agguato mafioso e arriva a pochi giorni dalle elezioni che hanno ridato al municipio un presidente e un consiglio dopo due anni di commissariamento per infiltrazioni della criminalità organizzata. Di «episodio gravissimo» parla la neo presidente Giuliana Di Pillo, mentre proseguono senza sosta le indagini di squadra mobile e polizia scientifica per arrivare ai responsabili: vengono sentiti vittime e testimoni, e analizzate le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Intanto il Tribunale del Riesame rigetta la richiesta di scarcerazione arrivata dai difensori di Roberto Spada, il 42enne fratello di Carmine, boss dell'altra famiglia protagonista della criminalità di Ostia. Roberto Spada resta detenuto nel carcere di Tolmezzo, vicino a Udine, con l'accusa di violenza privata con metodo mafioso. I fatti al centro dell'indagine risalgono al 7 novembre, quando il giornalista Daniele Piervincenzi e il cameraman Edoardo Anselmi sono stati aggrediti mentre stavano realizzando un'intervista a Ostia sui rapporti tra il clan Spada e CasaPound. Tutto è successo nei pressi della palestra della quale il 42enne è titolare, davanti ad almeno una decina di testimoni che difronte alla violenza fisica agli insulti e alle minacce dei due aggressori («non vi fate più vedere qui! Vi prendo la macchina e vedi che non la trovi più!») non hanno prestato alcun soccorso e anzi hanno inveito contro le vittime urlando loro: «Andate via, qui non ci dovevate venire!». L'aggravante del metodo mafioso deriva secondo gli inquirenti dal contesto nel quale l'aggressione è avvenuta e, soprattutto, dalla platealità con la quale Spada ha voluto dare una prova di forza sul 'suò territorio, davanti agli abitanti del quartiere.

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