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Roma, presa la bulgara evasa da Rebibbia

Enrico Lupino
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È finita la corsa della 32enne bulgara evasa dal carcere di Rebibbia il 6 ottobre scorso. A catturare la donna con 4 anni di reclusione da scontare  e conosciuta con almeno tre pseudonimi gli uomini della Stazione Roma Macao. La fuga, durata all'incirca 48 ore, era iniziata dopo l'arrivo a Fiumicino, dove l'est-europea era sbarcata dalla Germania, dove era stata arrestata ed estradata in Italia a seguito dell'emissione di un mandato di cattura europeo. Nota alle forze dell'ordine con almeno tre alias (Gina Evegeniva Stancheva, nata il 29 settembre 1982, Petya Dinkova Bogdanova, nata il 23 marzo 1985, Penka Vasileva PItanova, nata l'11 maggio 1987) la bulgara sarebbe riuscita a fuggire confondendosi con la folla. Da quel momento la donna sarebbe riuscita a far sparire le sue tracce non dormendo mai e fermandosi soltanto per mangiare velocemente. I pasti sarebbero stati consumati nei fast food, si apprende dagli investigatori. I carabinieri hanno riconosciuto la bulgara, che con sé portava una parrucca per non farsi riconoscere, nella stessa zona in cui giorni fa avevano rintracciato e fermato il cittadino algerino 36enne sospettato di adesione a gruppi terroristici di  matrice islamista. Nella tarda serata di ieri l'evasa è stata riportata nell'istituto penitenziario nel quadrante Est della Capitale, dove l'arrestata ha diversi precedenti per borseggio. “Complimenti al personale intervenuto che ha reso possibile ciò” ha commentato il segretario della Fns Cisl Lazio, Massimo Costantino. La detenuta ora “potrà finalmente effettuare – commenta il sindacalista - la sua pena in carcere”.

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