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Caos stellare nel Condono edilizio, 200 mila pratiche ferme

Susanna Novelli
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Il crollo di una parte del soffitto avvenuta poco meno di un anno fa negli uffici di via di Decima, è ancora l'emblema del caos incontrollato dell'Ufficio Condono di Roma Capitale. Qui «giacciono» circa 200 mila pratiche, la metà delle quali risalgono ai condoni edilizi del 1987 e del 1992. Un danno economico sia per chi ha richiesto al sanatoria sia per le casse del Campidoglio che, mettendo a regime l'evasione delle pratiche arretrate, potrebbe incassare in tempi brevi già i primi 50 milioni di euro. Risorse per Roma, la società partecipata al cento per cento dal Comune di Roma, si occupa dell'Ufficio Condono dal 2010, da quando il contenzioso tra Campidoglio e la Gemma spa, la società esterna alla quale era stato affidato l'espletamento delle pratiche, è finito con la rescissione del contratto. A quel tempo il Consiglio comunale riuscì a salvare circa 300 dipendenti, ma ad oggi, allo sportello degli uffici di via di Decima si alternano si e no una dozzina di persone e in tutto il personale è stato ridotto a circa 50 dipendenti. Per questo la media di pratiche espletate è drammaticamente fissato a circa undicimila l'anno. La maggior parte dei procedimenti, ovviamente, viene concluso fuori termini. SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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