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Per Cesare 50 gradini ancora insormontabili

Un anno dopo la richiesta di un cambio di casa Ater tutto come prima

Grazia Maria Coletti
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Ancora 50 gradini insormontabili per Cesare Angelucci, 71 anni, ex muratore diabetico, cardiopatico e con gravi problemi di artrosi che l'hanno portato in carrozzina. È passato più di un anno dall'appello su Il Tempo del 27 giugno che gli ha dato notorietà portandolo in tv più di una volta. Ma dopo la lettera dell'Ater che lo avvisava di un imminente cambio di casa senza più barriere le rampe di scale che lo separano dalla libertà sono ancora un ostacolo insormontabile nel palazzo dell'Ente in via Cesare Maccari ad Acilia. E per giunta nel frattempo è arrivata anche la beffa: Cesare è diventato un abusivo. Se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere. Ma l'ex muratore che riesce a vivere con 638 euro di pensione «ho solo quella e ho sempre pagato tutto all'Ater» dice, è un guerriero cui non manca l'ironia. Anche se ha accusato la batosta perché, racconta «sono passato dal sorriso al broncio in meno di 48 ore» racconta quando, l'anno scorso a settembre, reduce dalla notorietà televisiva «grazie a Il Tempo che mi ha dato visibilità sono stato pure a Mattino 5 su Canale 5» l'Ater l'avvisa che per lui c'è un altro appartamento senza barriere. Salvo poi rimangiarsi tutto. Colpo di scena. «Era settembre - racconta - mi chiamano dall'Ater per fare il cambio di casa. Io ero tutto contento perché mi hanno dato anche l'appuntamento, mi sembra che era il 18 settembre. Due giorni prima però mi telefonano e mi dicono di non andare perché avevano scoperto degli impicci e mi hanno detto che ero sulla graduatoria nera. Mi hanno detto proprio: "Guardi non venga più perché lei è diventato un abusivo"». E Cesare: «Ma che è 'sta pagliacciata? Vado in Comune con le carte: "Ecco vi posso dimostrare che la casa mi spetta". Ma loro mi hanno risposto che erano solo pezzi di carta senza alcun valore, anche se avevano il numero di protocollo». Morale: «Vivo ancora in una casa di 40 metri quadri, dove la carrozzella non passa dalle porte e in bagno non c'è neanche il bidet, senza ascensore e senza riscaldamenti». Morale due: «Sono indignato perché trattano meglio i furfanti dei regolari. Una persona che occupò l'abitazione che mi era stata assegnata in via Marocchetti, 6 sempre ad Acilia, è ancora dentro. Io invece mi sono dovuto arrangiare ospite un anno e mezzo di amici e parenti prima della nuova assegnazione».

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