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Civitavecchia, migranti in arrivo al porto: è bufera

Silvia Sfregola
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Mentre la polemica politica sulla gestione dei flussi dei migranti e sulla chiusura dei porti continua, non si fermano neanche gli sbarchi sulle nostre coste di migranti soccorsi in mare. Solo questa mattina, si contano quasi 5mila sbarchi, e altre 1520 persone sono attese per domani, per un totale di oltre 1.650 persone attese nel fine settimana. A quanto si apprende, fortunatamente, non ci sarebbe nessuna vittima. È bufera a Civitavecchia, dove questa mattina il prefetto di Roma ha disposto un sopralluogo dopo aver prospettato l'ipotesi che il porto possa diventare un hotspot. La città, per il sindaco pentastellato Antonio Cozzolino, "non è nelle condizioni". "Il porto non è pronto per accogliere un hotspot e se il Ministero continuerà con decisione su questa pericolosa strada, dovremo affrontare un'emergenza difficile, se non impossibile, da gestire". Le Ong sono ancora in prima linea sul soccorso in mare di chi cerca una via di fuga nel Mediterraneo. A Vibo Valentia è approdata la nave 'Vos Hestia' di Save the Children, con a bordo 579 migranti dal Nord Africa, 451 uomini, 86 donne e 42 bambini. Una nave di Medici senza Frontiere è attraccata da questa mattina al Porto di Salerno con 935 persone: 793 uomini, 125 donne (di cui sette incinte e una partoriente) e sedici minori, di cui due neonati. Si tratta del 21esimo sbarco di quest'anno a Salerno. I migranti sono poi stati distribuiti per raggiungere le regioni di destinazione: 150 in Lombardia, 100 in Campania, altrettanti nel Lazio (Frosinone, Latina, Viterbo), 80 in Piemonte, 55 in Veneto, 50 in Emilia-Romagna e altrettanti in Abruzzo, Molise, Umbria, Marche. A Brindisi è arrivata la nave 'Aquarius' dell'organizzazione umanitaria italo-franco-tedesca 'Sos Mediterranee' con 860 migranti. Questa mattina all'alba, nel porto di Catania è approdata la nave Diciotti Cp941 della Guardia Costiera, con a bordo 1.423 migranti. A Crotone invece è approdata la nave norvegese Olympic Commander con a bordo 1200 migranti soccorsi in mare. L'imbarcazione è parte del dispositivo internazionale 'Frontex', attivo, sulla base delle intese raggiunte in sede comunitaria, lungo il Canale di Sicilia e con compiti d'intervento e soccorso a sostegno dei migranti durante le traversate. Domani sono due gli arrivi più attenzionati: a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, arriva la nave militare tedesca Rhein con a bordo 900 migranti soccorsi in mare e a Bari è attesa la nave della marina inglese Echo, con 620 persone a bordo. Mentre la Lega grida all'invasione e anche il Pd sembra aver corretto il tiro con l'approccio dettato dal segretario, Matteo Renzi, "Aiutiamoli davvero a casa loro", ieri la Chiesa è tornata a intervenire sulla questione. Ma Vaticano e Cei sembrano avere due posizioni diverse. Il segretario di Stato, Pietro Parolin, sostiene che il discorso sia "valido": "dobbiamo aiutare veramente questi Paesi nello sviluppo, in modo tale che la migrazione non sia più una realtà forzata, ma sia libera. Che sia un diritto di tutti ma sia fatta non per costrizione, perché non si trovano nel proprio Paese le possibilità di vivere e di crescere". Di altra opinione e molto più categorico il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino: "Lo Ius Soli si allontana? Quello che dovevo dire l'ho detto. Non dipende più da me, ma non basta aiutare i migranti a casa loro". "Galantino la smetta di inquinare il dibattito italiano", ha replicato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. "La crescita demografica in Africa rischia di arrivare a portare in quel continente 2 miliardi e mezzo di persone. La soluzione intelligente non è andare a prenderli in spiaggia e portarli negli alberghi italiani - è intervenuto oggi Matteo Salvini - ma intervenire in Africa non solo con aiuti economici, ma anche in termini culturali. Mi fa piacere che anche all'interno del Vaticano si levino voci diverse. Mi piacerebbe che il Vaticano si lanciasse in questa sfida al di là dei messaggi generici". "Devo dire che secondo quello che stiamo vedendo in questi tempi la collaborazione tra le diverse forze politiche non mi sembra facile da raggiungere. Ognuno fa il suo proclama, ognuno pensa che il suo proclama sia quello giusto, ma di fatto non si trovano ancora soluzioni". Ha replicato il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Commissione Cei per la Carità. "Ora si dice: per lo ius soli stiamo attenti perché se lo facciamo adesso c'è tutto questo flusso di migranti, la gente può spaventarsi e si possono perdere dei voti. Questi ragionamenti sono così contorti, così inverosimili, ma così di parte, che ti dicono che i problemi degli uomini non vengono per niente affrontati. Gridare dal balcone è facile, ma scendere per strada è la cosa più difficile eppure è la cosa più necessaria".

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