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Non solo spesa a Serpentara: bistrot di pesce a pranzo e cena

Nel mercato c'è spazio anche per gli artigiani, dal calzolaio al parrucchiere

Silvia Sfregola
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È uno dei pochi esempi a Roma di mercato che guarda all'Europa e alle nuove tendenze. Un mercato dove non c'è solo la possibilità di fare la spesa ma anche di mangiare, pesce fresco, a pranzo e a cena. Proprio come a Barcellona alla Boqueria amata da Pietro Almodovar o a Stoccolma al mercato Saluhall a Ostermalms con salmone e aneto, al mercato Serpentara, Nuovo Salario, da qualche anno ormai ha aperto la ristopescheria Falpesca: pesce fresco sul banco ogni mattina mentre già dall'ora di pranzo è possibile mangiare frittura e poi la sera il mercato si trasforma in uno spazio bistrot con tavoli e arredamento che ricordano il mare, non a caso le tovaglie sono di colore blu, le sedie bianche, su una parete decine di bottiglie di vino ad accompagnare i piatti. Il venerdì e il sabato c'è la fila per sedersi a mangiare e chi c'è stato giudica ottimo il rapporto qualità-prezzo. Del resto, il pesce fresco è assicurato dai due fratelli che da sempre hanno in gestione il banco. Serpentara guarda avanti, tra crisi e operatori che negli ultimi anni hanno tirato i remi in barca. Resiste, spiega il presidente dell'Ags mercato Marcello Margottini, «chi in passato ha lavorato bene e ha accantonato delle somme che gli permettono di sopportare oggi la crisi. Chi non lo ha fatto, ha chiuso e di esempi come questi qui dentro ce ne sono stati diversi». Ma resiste anche chi ha provato a svecchiare il banco e ha puntato su un altro modo di concepire la propria attività con prodotti pronti a cuocere, quelli biologici e con servizi che la clientela oggi richiede nei mercati perché non li trova al di fuori. Fuori, appunto, nel quartiere dove ci sono tanti bar, gelaterie, locali di somministrazione, supermercati, che certo sottraggono clientela agli operatori del mercato, un po' come ormai accade in quasi tutti i plateatici dei vari quartieri romani. «È difficile reggere la concorrenza - continua Marcello - i mercati sono stati in questi anni completamente abbandonati dalla politica, non si è fatto niente mentre lentamente si lasciavano morire». Ma se nelle altre zone non si trovano ormai praticamente più gli artigiani, a Serpentara sì. Richiestissimo il calzolaio e la parrucchiera, c'era una sartoria che andava molto ma che ha chiuso per altri problemi. Presto dovrebbe aprire un centro estetico e sarebbe auspicabile anche una pizzeria che secondo gli operatori storici del mercato funzionerebbe benissimo. E, a proposito di operatori storici, a Serpentara sono rimasti poco più del 10 per cento del totale, come i due fratelli che gestiscono la ristopescheria o lo stesso presidente dell'Ags mercato che nasce come produttore e poi si trasforma in venditore. Ancora, c'è Massimiliano che ha una frutteria e sta al mercato dal 1989, Pietro che ha un piccolo alimentari, la signora Maria Dionisi, che ha un banco di abbigliamento. «Ciliegina sulla torta è stata la decisione del Comune di aumentare la quota di canone che dobbiamo versargli annualmente - ancora il presidente Ags Serpentara - Significa in pratica avere molti meno soldi disponibili anche per i piccoli lavori di manutenzione ordinaria, che per questo mercato sono sempre più frequenti. Abbiamo aderito al ricorso dell'Anva Confesercenti per opporci nella speranza di vincere». E nella speranza di poter andare avanti per gridare forte, a tutti, che i mercati devono tornare ad essere i veri punti di riferimento dei quartieri dove sono situati.

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