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Stadio della Roma, la Lombardi spara a zero: no a questo progetto, delibera da annullare

Fernando M. Magliaro
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Il progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle, più di qualunque altra cosa da tre anni a questa parte, sta seriamente mettendo in crisi l'unità del Movimento Cinque Stelle. Ieri Grillo ha bacchettato gli attivisti romani del tavolo dell'urbanistica; oggi è partita l'artiglieria pesante: Roberta Lombardi pubblica un post su Facebook alle 8.30 di mattina e si scaglia contro lo Stadio. Poco dopo, il blog di Grillo le riserva una frustata come mai prima: "Pensi al suo lavoro" (frase molto simile a quella della Raggi all'indomani della lettera aperta di Berdini sul Fatto Quotidiano). In mezzo, l'incontinenza verbale di Sgarbi che, dopo ieri, torna a sproloquiare sul progetto, attaccando anche Totti e il Codacons che inizia la sua abituale trafila di ricorsi (la stragrande maggioranza dei quali utili solo a far perdere mesi e anni preziosi) partendo dall'Anac. Scrive la Lombardi: "Non ci sto a vedere Roma martoriata per soddisfare la volontà di qualche imprenditore. Bisogna annullare subito la delibera che stabilisce la pubblica utilità. Mi auguro che l'amministrazione capitolina faccia la scelta giusta e chieda al proponente di avanzare dunque un nuovo progetto che rispetti la legge e la Capitale".  E tanti saluti al diritto, al rischio causa – ricordato giusto poche ore prima dal sindaco Raggi – e anche al ruolo di pontieri che i due più forti "lombardiani" del Consiglio comunale, il presidente dell'Aula Marcello De Vito e il capogruppo Paolo Ferrara, stanno svolgendo da quasi 4 mesi a questa parte. Prosegue la Lombardi: "Un milione di metri cubi e uno stadio, un solo stadio. Grattacieli, business park, l'equivalente di oltre 200 palazzi in una zona disabitata da secoli. Sapete perché? Perché è a fortissimo rischio idrogeologico. Se non è questa una grande colata di cemento, allora cos'è? Lo dico senza mezzi termini: questo non è un progetto per la realizzazione di uno stadio, questo è un piano di speculazione immobiliare che una società statunitense vuole portare avanti ad ogni costo in deroga al nostro piano regolatore, nell'esclusivo interesse di fare profitto sulle nostre spalle. E noi non possiamo permetterlo". "Questo progetto, approvato dall'ex giunta Marino, non è realizzabile. Lo dico da romanista convinta. Siamo arrivati al governo della Capitale garantendo che avremmo segnato un punto di discontinuità con il passato". Poco dopo, finendo forse inconsapevolmente in mezzo alla tempesta, parla anche Luigi Di Maio. "Sullo stadio il dibattito è surreale". Corregge il tiro di qualche giorno fa quando, dalla Annunziata disse che il MoVimento era sempre stato per il sì al dossier, dicendo: "Noi non siamo mai stati favorevoli al progetto iniziale, ma ci sono delle trattative in corso per vedere se si possono mettere insieme i nostri valori e la possibilità di portare a termine il progetto" ha spiegato in un equilibrismo retorico degno del politichese della vecchia Dc. Ma, dopo pochi minuti, arriva la legnata sul blog di Grillo: "Sullo stadio della Roma decidono la Giunta e i consiglieri - scrive il leader - I parlamentari pensino al loro lavoro". Neanche 24 ore prima, sempre sul blog di Grillo era partita una sberla in faccia agli attivisti romani riuniti intorno al "tavolo dell'urbanistica" guidato da Francesco Sanvitto: "Per le questioni inerenti le amministrazioni guidate dal MoVimento gli unici titolati a parlare, in nome e per conto del M5s, sono gli eletti. Chiunque altro si esprime solo a titolo personale e come tale devono essere prese le sue dichiarazioni”. Parafrasando Berdini e il suo celeberrimo "l'hanno presa sui denti", fra i Cinque Stelle oggi sono in molti in fila dal dentista!

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