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Denuncia il preside e rischia di perdere i figli

Il padre: "Il maschio di 6 anni ci ha detto di aver subito molestie e ora se la prendono con noi"

Maurizio Gallo
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Quando lo sono andati a prendere alla materna, lo hanno trovato solo, «isolato da tutti, con uno sguardo disperato» e le lacrime agli occhi. Gli hanno chiesto che cosa era accaduto e lui, un bimbo che oggi ha sei anni e che chiameremo Andrea, ha riferito di essere stato preso per un orecchio dal direttore didattico e condotto in una «macchina rossa» all'esterno dell'asilo. Lì l'uomo gli avrebbe accarezzato braccia, addome e inguine, chiedendo a sua volta di essere toccato sulla pancia. I genitori hanno sporto denuncia, ma nessuno gli ha creduto e ora rischiano addirittura di perdere Andrea e la sorellina di tre anni. Teatro della vicenda, Nettuno, dove la famiglia si è trasferita da Torino ad aprile del 2013. I fatti risalgono al successivo 25 novembre. Dopo aver cercato di verificare le «confessioni» del figlio con disegni, descrizioni e facendogli vedere alcune foto sui social, tra cui quella del presunto «colpevole», madre e padre il 3 dicembre si rivolgono al Telefono Azzurro, che trasmette la segnalazione ai servizi sociali. Il 5 sporgono denuncia ai carabinieri, ma la Procura di Velletri chiede e ottiene l'archiviazione. Provvedimento adottato in seguito alla relazione della psicologa consulente d'ufficio (Ctu), che non ravvisa abusi, dopo un incontro di un'ora con il piccolo, ipotizza una diagnosi di autismo e scrive che la madre «non sembra realmente in contatto con la sofferenza in cui è immerso il bambino». Su questa base, il Tribunale dei minorenni sottolinea che «la cecità dei genitori impedisce loro di adottare tempestivamente i provvedimenti di cui il figlio avrebbe serio bisogno» e, quindi, anche la sorellina potrebbe «essere esposta ai medesimi rischi». L'ipotesi di intervento è «l'eventuale sospensione in via urgente e provvisoria dei genitori dall'esercizio della responsabilità genitoriale o limitazione della stessa». Il peicolo, insomma, è che vengano allontanati dalla famiglia ambedue i figli. «Semberebbe che in questo caso si sia data per scontata l'innocenza dell'indagato e, anziché far luce sulla dinamica descritta dal minore, si è preferito pensare che fossero i genitori inadeguati e ora toccherà a loro difendersi in tribunale - spiega l'avvocato Catia Pichierri, membro del consiglio direttivo dell'associazione Rete Sociale - Inoltre, la consulente d'ufficio, smentita nella sua diagnosi di autismo da un centro specializzato, l'Istituto di Ortofonologia (Ido), accreditato presso il Servizio sanitario nazionale, dove i miei assistiti e il figlio si sono recati per due mesi, non avrebbe dovuto formulare alcuna diagnosi. E dovrebbe farsi coadiuvare da un pool di esperti. Ma neanche questo è avvenuto». La madre e il padre di Andrea ora sono «disperati e terrorizzati. Siamo due persone oneste e incensurate - spiegano - eppure, dopo la nostra denuncia, ci hanno giudicati cattivi genitori e ora siamo inermi. Qualsiasi cosa proviamo a fare è inutile. Ma toglierci i figli è come strapparci il cuore».

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