Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Falciati da auto pirata a Zagarolo, mai risarciti dal Fondo Vittime della Strada

Maria Grazia Coletti
  • a
  • a
  • a

Sono stati investiti da un'auto pirata risultata anche non assicurata, hanno riportato traumi pesanti, ma a più di due anni da quel terribile incidente non hanno visto un euro dal Fondo Vittime della Strada, che pure è stato costituito proprio per tutelare e risarcire coloro che rimangono coinvolti in sinistri con veicoli non identificati o sprovvisti di copertura assicurativa. "mio figlio Diego, 22 anni, ha rischiato di perdere una gamba - racconta il padre - e sarebbe morto dissanguato se non fosse intervenuto un signore, che ha strappato dei fili elettrici per fermare l'emorragia alla gamba sinistra>.  E' un'autentica odissea che grida vendetta quella che stanno vivendo un padre e un figlio residenti in provincia di Roma. Un'odissea che inizia il 13 giugno 2014. Roberto Lombardozzi, (oggi) 59 anni, di Subiaco, alle 18.20 sta tranquillamente procedendo con il suo scooter Aprilia Sport City 200 lungo via Fontanile delle Zinne in località Valle Martella, frazione di Zagarolo: a bordo, sul sedile del passeggero, si trova anche il figlio Diego, che abita a Zagarolo e che aveva 20 anni., a fine mese ne compie 22. All'improvviso, il ciclomotore viene travolto da una Peugeot 407 grigia che sopraggiunge a forte velocità e invade la corsia opposta. L'impatto, avvenuto all'altezza della pedalina di seduta del trasportato, è tremendo e, altra aggravante, il conducente della vettura non si ferma a prestare soccorso e fugge. Le due vittime riportano svariate lesioni, ma a preoccupare sono soprattutto le condizioni del ragazzo: la sua gamba sinistra, centrata in pieno, resta sghiacciata tra l'auto e lo scooter e riporta una delicatissima frattura multipla pluriframmentaria con perdita di sostanza e lesione vasculo-tendinea. Provvidenziale, prima ancora dell'arrivo dei sanitari, l'intervento di un passante che lega attorno all'arto una cintura a mo' di laccio emostatico. Padre e figlio vengono trasportati d'urgenza all'ospedale: il giovane resterà per alcuni giorni in coma farmacologico nel reparto di Terapia intensiva del Policlinico Tor Vergata, in pericolo di vita, e per un lungo periodo rischierà l'amputazione della gamba. Oggi Diego sta un po' meglio ma, nonostante i tanti ricoveri e gli interventi subiti, ha ripreso solo parzialmente l'uso dell'arto inferiore: non muove quasi più la caviglia e le dita, non riesce a salire le scale, a praticare sport e a svolgere lavori di movimento. Si parla di una invalidità permanente nell'ordine del 40 per cento, confermata dalla visita medico legale a cui è stato sottoposto dall'Inps, che gli ha riconosciuto l'handicap grave in ragione della "grave limitazione alla deambulazione". Unica consolazione, i due malcapitati scoprono presto chi "ringraziare". La Peugeot, grazie anche al numero di targa fornito da un testimone, viene ritrovata dalla polizia locale di Zagarolo un'ora dopo, abbandonata nella vicina via Carducci: nessun dubbio che si tratti della vettura pirata, manca lo specchietto retrovisore perso sul luogo del sinistro. Gli inquirenti però devono districarsi in un autentico ginepraio legato ai passaggi di proprietà e all'uso di quel veicolo, scoprendo anche un'attività illecita di prestanome per intestazioni fittizie di autovetture: l'intestatario ne aveva intestate 21, il nuovo proprietario addirittura 121. Gli agenti però, una settimana dopo, scoprono chi ce l'aveva effettivamente in uso e lo incastrano, grazie al riconoscimento effettuato dal carrozziere a cui l'aveva portata a riparare alcuni giorni prima e alla presenza, ancora all'interno dell'abitacolo, nel parasole, della foto di un suo nipote. Si tratta di un 37enne, anche lui di Zagarolo, pluripregiudicato con precedenti, tra l'altro, per furto ed evasione dai domiciliari, e che peraltro guidava pur essendogli stata revocata la patente per svariate violazioni. Un autentico pericolo pubblico se è vero che l'incidente che ha causato non gli è bastato: il 3 luglio 2014, 20 giorni dopo, ne ha provocato un altro fotocopia, anche qui con fuga e omissione di soccorso. Al punto che la Polizia locale, vista la reiterazione dei reati, raccomandò a suo carico l'attuazione di misure personali coercitive. La Procura di Tivoli ha aperto un procedimento penale nei suoi confronti per fuga in caso di incidente con danni alle persone, omissione di soccorso, lesioni personali colpose e guida con parente revocata, ma questa è un'altra storia. Il vero nocciolo del problema sul fronte del risarcimento in sede civile è che, "dulcis in fundo" la macchina era anche sprovvista di assicurazione. I Lambardozzi, per ottenere giustizia, attraverso il consulente personale Roberto Piccoli, si sono rivolti a Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, ed è cominciato un fitto dialogo e pressing con il Fondo Vittime della Strada che, come detto, deve intervenire in questi casi. Ma, nonostante le responsabilità dell'incidente siano da addebitarsi unicamente al pirata, come ha accertato la stessa perizia cinematica disposta dalla Procura di Tivoli, e nonostante la quantificazione delle lesioni subite dalla vittime non sia in discussione, dopo quasi due anni e mezzo non si è approdati ancora a nulla e si è di fronte a un continuo scaricabarile tra la compagnia mandataria del Fondo per la regione Lazio, e la Consap, la società statale che deve autorizzarne le liquidazioni.

Dai blog