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Circolo degli Artisti, aperta una nuova indagine

Matteo Vincenzoni
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A un anno e mezzo di distanza dal 16 marzo del 2015, giorno del sequestro del Circolo degli Artisti, il noto live club del quartiere Mandrione, la Procura di Roma ha aperto un nuovo fascicolo per "omissione d'atti d'ufficio". Motivo? Gli uffici capitolini avrebbero dovuto restituire l'area ai romani, legittimi proprietari, ripristinando lo stato dei luoghi. Ma non è stato fatto niente. Eppure era scritto chiaramente nelle ultime righe dell'ordinanza di sequestro firmata dal giudice Riccardo Amoroso: “Cessazione immediata di ogni attività del Circolo degli Artisti al civico 42 di via Casilina Vecchia, restituzione dell'immobile all'Amministrazione e affidamento dell'area in custodia alla Soprintendenza capitolina in prospettiva dell'avvio di un progetto di sistemazione, attraverso rimozione ed eliminazione dei manufatti abusivi”. Nel mirino del pubblico ministero, Alberto Galanti, titolare dell'inchiesta, potrebbero finire dirigenti del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale. Secondo l'accusa, nell'area comunale dove il Circolo di patron Romano Cruciani ha operato abusivamente fin dal 1998, sarebbero stati anche smaltiti illecitamente rifiuti pericolosi (la vicenda dell'amianto sepolto sotto l'arena cinema fu uno scoop de Il Tempo) e non sarebbero state rispettate le normative a tutela dei beni archeologici.

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