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A Ferragosto degustazioni contro la discarica

Comitato no-discarica al Divino Amore in Piazza San Pietro

Nuova iniziativa del Presidio contro l'impianto che dovrebbe sorgere sull'Ardeatina

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Dopo la clamorosa protesta di domenica scorsa a S. Pietro in occasione dell'Angelus del Papa, si susseguono le iniziative contro la nuova discarica della capitale. Agro Romano e prodotti tipici contro discarica. È questa la partita che secondo il presidio «No Discarica Divino Amore» si gioca nell'area dell'Ardeatina dove a settembre dovrebbe arrivare l'ok ufficiale per il nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti post-Malagrotta. E per un giorno la protesta a oltranza dei comitati si trasforma in festa: «Ferragosto in discarica» è l'appuntamento con degustazioni dei prodotti alimentari delle aziende agricole limitrofe per sensibilizzare i romani alle ragioni della protesta. E poi dibattiti e confronti dalle 18 fino a tarda notte. «Nella sua azione di sensibilizzazione dei cittadini promuove anche la valorizzazione dell'Agro Romano e dei suoi prodotti tipici e ribadisce che la scelta di realizzare una discarica danneggerebbe in modo irreparabile tutte le produzioni agroalimentari del territorio, oltreché gravare sulla salute dei cittadini» scrive in una nota il Presidio, che parla di «incombente disastro» per gli abitanti dell'area e difende il «made in Italy» dell'Agro Romano. «Anche i prodotti agroalimentari costituiscono, così come i tesori dell'arte, una testimonianza della nostra storia e della nostra identità territoriale - continua la nota - fanno parte della nostra eredità culturale e sono una straordinaria risorsa economica da custodire e valorizzare. I prodotti del territorio, infatti, diventano un tutt'uno con la storia, la cultura e le tradizioni di un luogo. E sono capaci di evocarle e di raccontarle. Sono beni unici, perché conservano dentro di sé l'odore, il sapore, la natura stessa del posto in cui sono nati. Offrono, quando sono di qualità eccellente, un bell'esempio del buon mangiare e una garanzia di sicurezza alimentare. Bene - incalza la nota - vogliamo distruggere tutto questo in una zona storica come quella dell'Agro Romano e dei Castelli Romani dove l'agricoltura e l'allevamento sono da sempre una tradizione e una risorsa?».

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