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Panico a Fiumicino. Interviene il Consiglio dei rifugiati

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«Il regolamento europeo considera nè la volontà della persona nè i legami».Al Sant'Eugenio l'immigrato che si è dato fuoco. Resta in gravi condizioni

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Un uomo si è dato fuoco stamattina intorno alle 10.35 al terminal 3 settore Partenze dell'aeroporto di Fiumicino, nelle vicinanze del parco doganale per l'ingresso degli operatori nella sala transiti. Momenti di paura tra i passeggeri, che sono stati fatti allontanare. Un agente di polizia è intervenuto e ha soccorso l'uomo spegnendo le fiamme con un estintore. Il ferito, un cittadino della Costa D'Avorio, è in gravi condizioni. Aveva ricevuto un devreto di espulsione e questa mattina, con ogni probabilità avrebbe dovuto presentari alla polizia di frontiera per l'attuazione del provvedimento. Il Consiglio Italiano per i Rifugiati «esprime profondo dolore e sconcerto per la tragedia che si è consumata oggi all'aeroporto di Fiumicino di Roma dove un giovane richiedente asilo diciannovenne della Costa D'Avorio si è dato fuoco pur di evitare l'espulsione. Mentre il ragazzo è ricoverato in gravi condizioni nell'Ospedale Sant'Eugenio, si chiariscono i contorni della vicenda che vede protagonista una persona che aveva chiesto protezione in Italia e che era poi andata in Olanda: un cosidetto 'caso Dublinò, arrivato ieri all'aeroporto di Fiumicino da Amsterdam, cui era stato notificato il rigetto della domanda di protezione internazionale e un espulsione dal territorio». «Vogliamo ricordare - spiega il Cir in una nota - che il Regolamento Dublino serve a definire lo Stato competente a esaminare una domanda d'asilo, stabilendo come principio fondamentale che il primo Paese europeo dove la persona è arrivata è quello che dovrà poi analizzare la richiesta di protezione. Il regolamento non prende in considerazione in alcun modo nè la volontà della persona nè i suoi legami con i Paesi dell'Unione Europea. «Non si può neppure immaginare il carico di disperazione, frustrazione e impotenza che si accumula dentro le persone quando crolla l'ultima speranza di una vita migliore e sicura. Siamo di fronte all'ennesima tragedia provocata dal Regolamento Dublino», dichiara Christopher Hein, direttore del Cir. «Chi ha assistito questo ragazzo in tutto questo tempo? Qualcuno gli ha dato un sostegno legale, delle informazioni accurate sui suoi diritti e dell'assistenza psicologica? Stiamo cercando di ricostruire il percorso del ragazzo», chiede Hein.  

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