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Gli «angeli della notte» adottano i senzatetto

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Sonogli «angeli» degli homeless di Roma. Un gruppo di ragazzi romani cresciuti in diversi quartieri, nato spontaneamente, non finanziati da nessuno (solo dai loro mercatini), si sono inventati una sorta di «movida della solidarietà dei senzatetto». Un faro nella notte. Vanno in giro la sera per la città due volte al mese con le loro smart stracariche di roba. Si autofinanziano per l'acquisto di coperte usate ma pulite (acquistate all'ingrosso), cibo extra, capi di abbigliamento, bevande calde, oggetti su richiesta e tanto altro, per offrirli ai barboni della Capitale. Da Piazza Vittorio, Piazza S. Maria Maggiore fino al cavalcavia della stazione Tiburtina e Termini e anche nelle metro. Si fermano a parlare con loro, si fanno raccontare un po' della loro vita. Sono diventati per molti i loro amici fidati. «C'è chi ha voglia di parlare, chi dorme e non lo svegliamo, ma gli lasciamo le cose accanto, chi piange, chi ride, chi è ubriaco e non se la sente di avvicinarsi, chi non ha voglia di parlare ed è scontroso, chi ha problemi di ogni tipo, persino nel parlare, e chi, invece, ne ha tanto bisogno», racconta Alessandra D.C., la prima a cui è venuta in mente l'idea di formare il gruppo sul territorio. «Cerchiamo - continua - di capire le problematiche che hanno, senza mai chiedere spiegazioni del loro essere per strada. Sono solitamente loro che spesso si aprono dopo che ci rivedono. Considerando che nessuno si ferma mai a parlare con loro - un po' perché si va sempre di fretta, un po' perché sono spesso maleodoranti quindi li si evita - diventano ogni giorno più trasparenti verso il mondo. Invece, hanno un gran bisogno anche di una semplice stretta di mano o di una parola incoraggiante. La comunicazione ci aiuta a capire tanto delle loro storie, a tranquillizzarli. Qualcuno ora sa che esistono, qualcuno che penserà al loro piccolo problema, alle loro esigenze». Renato, un simpaticone che per anni ha dormito avvolto in un cartone in via Ragusa, ha ora trovato un piccolo appartamento che può pagare con una mini pensione ottenuta dopo anni di sofferenza per strada. Valentina Conti

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