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False certificazioni. La Finanza stana 170 finti poveri

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Ifinanzieri ne hanno scoperti 170, denunciati per falso e truffa per presunte irregolarità nelle autocertificazioni degli anni 2009-2010. Ci sono commercianti di abbigliamento e operai, dipendenti pubblici e titolari di imprese di pulizie. Gente che vive alla Garbatella e a Montesacro, alla Magliana e a Vigna Stelluti. Insomma, rientrano varie zone nel cerchio delle indagini tracciato dagli investigatori. Il provvedimento penale complica parecchio la vita dei furbetti: dovranno rispondere della loro condotta al magistrato e dovranno restituire i soldi di cui hanno beneficiato sotto forma di agevolazioni: l'asilo nido per i figli, l'esenzione del ticket sanitario su esami specialistici e farmaci e altri servizi. L'operazione è scattata circa otto mesi fa. La trama dell'inchiesta è stata portata avanti dal I Gruppo del Comando provinciale, in stretta collaborazione con l'Inps e il Comune di Roma. I tre soggetti hanno siglato uno stretto rapporto d'intesa, e soprattutto la condivisione delle banche dati dell'ente locale sulle autocertificazioni dei romani per accedere ai servizi dell'amministrazione comunale. I controlli avvengono con regolarità su un periodo dopo l'altro. Chi passa al setaccio cognomi e redditi dei contribuenti è una task force di sei militari del Terzo nucleo del capitano Giovanni Macera. Hanno scartabellato le attestazioni dei contribuenti che godevano delle agevolazioni, hanno messo a confronto il certificato Isee con la dichiarazioni dei redditi e hanno verificato il loro tenore di vita. Il trucco è saltato subito agli occhi. Stando ai riscontri dei militari, i finti poveri hanno comunicato al fisco di avere in famiglia un loro caro senza reddito ma hanno detto anche l'esatto opposto: incassavano la pensione dell'anziano senza denunciarlo nello stato di famiglia. Qualcuno ha provato a raccontare scuse: «Il Caf ha capito male, non ha registrato bene i miei dati», «Chi ha compilato la dichiarazione dei redditi ha sbagliato nel riportare i numeri». La squadra del capitano Macera ha colpito anche alla fine di dicembre dello scorso anno. Ha inguaiato 43 anziani accusati di incassare l'assegno della pensione sociale dall'Inps senza averne i requisiti. In totale si è parlato di un milione di euro incassati irregolarmente. Nella gran parte dei casi i titolari da anni si erano trasferiti all'estero ma non lo avevano comunicato all'istituto di previdenza. Avevano continuato a mantenere il domicilio a Roma e avevano dato disposizioni alla propria banca di accreditare l'assegno della pensione alla filiale all'estero, soprattutto in Sud America. Tutti sono stati denunciati per truffa aggravata ai danni dello Stato e alla Procura regionale del Lazio presso la Corte dei conti per danno erariale. Pochi giorni prima, il 14 dicembre 2012 la Finanza ha scovato altri furbetti. Stavolta a Frascati e nei Comuni dei Castelli. I militari hanno stanato 95 falsi poveri. Avevano richiesto prestazioni sociali e assistenziali a carico dello Stato e degli enti locali (gratuito patrocinio legale a spese dello Stato, buoni scuola, borse di studio e altro). Alcuni sono risultati proprietari di ville di lusso a Marino, Grottaferrata, Frascati, nonché di auto di grossa cilindrata. I controlli continuano. Fab. Dic.

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