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La Capitale sprofonda In un anno 72 voragini

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Aumentano i casi di auto e camion inghiottiti Sottosuolo fragile: Monteverde e Aurelio a rischio

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Leruote scomparvero sotto l'asfalto e il mezzo, impegnato in lavori alla rete del gas, si impennò su un fianco e rimase lì, in bilico. Dopo poco più di un mese, l'11 giugno, il manto stradale cedette nuovamente, sempre nella stessa via. Si chiama «sprofondamento antropico», in inglese «sinkhole», si tratta di cavità nel terreno che si aprono per cause dovute all'uomo o per altri motivi. Il sito www.voragini.it le ha censite tutte: nel 2012 i romani hanno dovuto affrontare 72 buche di «consistente diametro e profondità» (nel 2011 erano 44). Se si contano anche 28 avvallamenti e cedimenti più contenuti il totale sale a cento segnalazioni. I responsabili del sito, che sono volontari, hanno stilato anche la classifica delle zone della città che «sprofondano» più frequentemente. In testa c'è proprio il XVI Municipio dove si era aperta la buca che ad aprile inghiottì il camion della manutenzione della rete gas. Se Monteverde guida con quattordici segnalazioni, al secondo posto si piazza il XVIII Municipio (Aurelio) con dodici voragini. Il resto della classifica vede nell'ordine: XIX Municipio (Trionfale) con nove, VI (Prenestino) con sette, I (centro storico) e XIII (Ostia) con cinque a testa, II (Parioli-Flaminio) con 4, V (Tiburtino) e IX (San Giovanni) con tre. Il fatto positivo è che in nessuno di questi casi ci sono stati feriti. Il database degli «sinkhole» a livello nazionale è tenuto dall'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Gli scienziati negli ultimi anni «hanno evidenziato un aumento della frequenza dei casi di sprofondamento nei grandi centri urbani, ne sono esempio i casi di Roma e Napoli». È per questo motivo che i volontari di voragini.it catalogano tutti gli sprofondamenti anno per anno, «per invitare le istituzioni - locali e nazionali - a prenderne coscienza sino in fondo e ad adottare le dovute misure di studio e manutenzione del sottosuolo urbano». In questi casi non si tratta di semplice manutenzione ordinaria che possono fare i Municipi o il Comune. Non si tratta di buche «tappate» male dagli operai che sono intervenuti. Siamo di fronte, invece, a fenomeni più complessi che riguardano il sottosuolo. Tra i casi più eclatanti dello scorso anno c'è senz'altro il camion dell'Ama che, il 24 settembre scorso, è finito in una buca di tre metri che si è aperta nei sampietrini in via San Francesco a Ripa, a Trastevere. Non solo camion o furgoni sono finiti in trappola. Il 10 settembre due auto sono rimaste incastrate in una voragine in via Dulceri, al Pigneto. Una buca per modo di dire, era larga dieci metri e profonda otto. La causa era stata una forte perdita d'acqua da una condotta. Il danno, spiegò Acea, era causato da un abbassamento di pressione. Il 27 dicembre, sempre in questa strada, è accaduto anche di peggio: un villino abbandonato è crollato. Fortunatamente nessuno si trovava nell'edificio. Il 2 dicembre l'asfalto ha ceduto e ben sette auto parcheggiate in via Duccio Galimberti ci sono finite dentro. Una scena apocalittica quella che si sono trovati davanti i residenti della Balduina, con le strade ricoperte di fango e acqua e le vetture sprofondate. Una voragine molto larga e poco profonda. Anche stavolta la causa è stata la rottura di una conduttura idrica. Il 29 ottobre è accaduto all'Aventino, precisamente in piazza Albina dove una Bmw X5 è «caduta» in una voragine. Il 18 settembre, invece, è toccato ad Alessandra Mussolini, che è stata ingoiata con la sua auto in una voragine in via Spallanzani, accanto a Villa Torlonia. La deputata era appena andata a prendere il figlio a scuola, infuriata disse: «La città è un campo di battaglia, ma almeno accanto alle scuole bisogna eliminare i pericoli». Se si considerano solo le dimensioni, i primi due posti nella hit-parade delle maxi buche sono presto detti: la voragine in via Leone XIII di 12 metri per 6, che ha causato il blocco del traffico per molti giorni e complessi lavori di messa in sicurezza (12 giugno); e il marciapiede sprofondato in via Tarcento, al Collatino, per lo scoppio di una tubatura che ha provocato il cedimento di un garage interrato (6 febbraio).

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