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Il comitato San Raffaele a Palumbo «Dei 20 milioni neanche un euro»

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I primari: ritardi inaccettabili. Per le spese vive non è arrivato niente

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Per questo il Comitato per la difesa del San Raffaele, medici, infermiere e le famiglie dei malati, hanno scritto una lettera aperta al commissario alla Sanità della Regione Lazio Filippo Palumbo, cui hanno chiesto «un urgente incontro ufficiale non soltanto con la dirigenza, ma anche con una rappresentanza del Comitato e delle forze sindacali». «Questi ritardi sono inaccettabili, 7 di quei 20 milioni sono andati all'Unicredit, ma neanche un soldo per le spese vive del gruppo San Raffaele» ricorda Maurizio Volterrani, primario cardiologo, che il 21 dicembre insieme ai primari Fiorella Guadagni (Analisi), Giorgio Albertini (Pediatria), Vittorio Cardaci (Pneumologia), Enzo Lancia (Medicina), Nike Lepera (Neurologia) parteciparono alle barricate a via della Pisana, con i letti e i malati in mezzo alla strada all'ora di punta del rientro dei pendolari. Ritardi inaccettabili. È scritto anche sulla lettera a Palumbo. «Il Comitato e la dirigenza del Gruppo San Raffaele ritengono inaccettabili i ritardi dei pagamenti di prestazioni erogate e che devono essere onorate» e ricordano che «le 13 strutture del Gruppo sono tutte accreditate con la Regione Lazio e vere eccellenze del nostro Servizio sanitario nazionale, essendo strutture accreditate». Si è arrivati al paradosso «poiché, a fronte della mancata retribuzione dello stipendio di novembre, dicembre, tredicesima ed ora anche di gennaio, presumiamo di non avere neanche la possibilità di chiudere le attività per non incorrere nella sanzione di interruzione di pubblico servizio». A Palumbo si spiega che «il Comitato è composto da famiglie, dipendenti, professionisti che insieme le inviano la presente per rappresentarle la situazione di massima gravità nella quale ci troviamo ad operare stante le rigide posizioni fortemente discriminatorie che i precedenti commissari di Governo hanno assunto nei confronti del Gruppo San Raffaele alle quali sono seguite, dopo sforzi incredibili da parte della dirigenza del Gruppo, posizioni rigide che si concretizzano nell'impossibilità di erogare gli stipendi se non vengono erogati i fondi regionali per le prestazioni eseguite». «Dalle dimissioni di Renata Polverini si è passati alle dimissioni di Bondi, senza avere risolto i problemi e con l'aggravarsi della situazione che mette a rischio posti di lavoro e la continuità dell'assistenza per bambini ed adulti disabili». Il Comitato conclude: «Tutto questo rappresentiamo nuovamente e per la prima volta a lei, affinché intervenga per l'immediata erogazione dei fondi».

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