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Azione collettiva per l'imbroglio dei falsi impieghi

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Èquella che trae in inganno e tranquillizza la «preda» di turno. E se è l'ufficio Risorse Umane di una banca importante, il gioco è fatto. Dove rivolgersi per un lavoro se non lì? E perché insospettirsi se i funzionari addetti alla selezione usano carta intestata e moduli con il logo dell'istituto di credito? Così, dopo aver raccolto le denunce di una quarantina di persone, il Codici si prepara a una sorta di class action e chiede un risarcimento anche alla Banca nazionale del lavoro, coinvolta suo malgrado in una truffa che ha fatto più di mille vittime in tutto lo Stivale. I fatti che hanno portato a tre arresti e a un'indagine ancora in corso della procura capitolina sono avvenuti fra il 2010 e il 2012. Anche se l'attività dei presunti truffatori comincia nel 2009, quando molti ragazzi (o i loro genitori) cominciano a sborsare tra i quattro e i settemila euro per accedere a colloqui con un funzionario della Bnl di piazza Albania. In palio c'è un'occupazione nella stessa prestihgiosa banca. Un raggiro studiato con cura. Infatti, «i test utilizzati nei colloqui erano del tutto similari a quelli veri e si usavano moduli con logo Bnl contraffatto - spiega Ivano Giacomelli, presidente dell'associazione di difesa dei consumatori - Al termine degli esami, poi, gli indagati rilasciavano ai partecipanti anche dichiarazioni di idoneità su carta intestata Bnl, rivelatisi dei falsi». Non solo. «Chi chiamava l'istituto e chiedeva di parlare con tale signora De Santis o De Antonellis, un nome posticcio, veniva messo in contatto dal centralino proprio con una delle persone accusate delle truffe - sottolinea Giacomelli - Da parte della Bnl, quindi, anche se non c'è stata responsabilità diretta nei reati, è mancata la vigilanza». Ora, per una quarantina di persone che si sono affidate all'associazione, il Codici sta preparando un'«azione collettiva popolare». In pratica una causa comune di questi giovani, quasi tutti in cerca del primo impiego, contro gli indagati e la stessa Bnl. Obiettivo: un rimborso dei soldi versati per ottenere un'occupazione mai arrivata. Per farlo bisognerà attendere ancora un paio di mesi, cioè la fine del'inchiesta penale. «Appena la procura formulerà il capo d'imputazione - conclude Giacomelli - i nostri legali potranno accedere al fascicolo e poi procedere con le cause». Le truffe nel settore occupazionale sono un classico. I concorsi vegono comunemente percepiti come «taroccati», la gente non si fida, cerca scorciatoie. E gli imbroglioni ne approfittano. Un processo è in corso su un caso fotocopia avvenuto a Pescara. Luogo del «delitto»: i locali della Confindustria regionale. Quale migliore location? Maurizio Gallo

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