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Sarà il nuovo governatore ad applicare il piano Bondi

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Intanto,mentre gli ospedali della famigerata «lista nera» continuano ad essere sul piede di guerra, per il San Raffaele Spa, ieri si è svolto l'annunciato incontro dei vertici aziendali per stabilire il da farsi dopo lo sblocco, da parte del Commissario ad acta, della prima tranche di fondi (20 milioni di euro), a fronte delle fatture pregresse del gruppo. Quello che è emerso è la volontà di «attendere la formalizzazione della comunicazione, avvenuta a mezzo stampa, dei fondi sbloccati dal Commissario, fermo restando che le somme che dovrebbero essere erogate a Unicredit Factoring sono completamente insufficienti a garantire per il futuro la continuità della gestione corrente». Pertanto, ha evidenziato il gruppo, «ad oggi l'eventuale rischio di chiusura per le 13 strutture del Lazio rimane». L'Ugl Sanità, per bocca del segretario regionale, Antonio Cuozzo e del Coordinatore San Raffaele Lazio, Gianluca Giuliano, ha auspicato che si possa arrivare presto «al saldo delle spettanze nei confronti dei lavoratori». Una questione – quella del San Raffaele – che si somma al dibattito incessante sul collasso sanità nella regione in cui ieri si è inserito il Codici, proponendo una propria ricetta per risollevare la situazione. «I dati riportati dagli organi di stampa – ha rimarcato l'associazione - rivelano un deficit tendenziale per l'anno in corso di circa 900 milioni di euro, mentre il pareggio di bilancio è previsto nel 2015. Gravi sono le carenze per quanto riguarda l'assistenza territoriale, per la quale la stima di fabbisogno ulteriore è valutata intorno ai 150 milioni di euro annui a regime». «I cittadini laziali – ha sottolineato il Segretario nazionale, Ivano Giacomelli - combattono costantemente contro i disservizi del sistema sanitario, che purtroppo non potranno che aumentare se si procederà con i tagli dei posti letto, del personale e dei servizi». Da qui, la serie di proposte: dalla eliminazione degli eventuali reparti ospedalieri aperti e tenuti in vita solo per affidare un incarico ad un nuovo primario o dirigente ai tagli agli stipendi d'oro dei dirigenti medici, passando per il taglio dell'intramoenia e l'accorpamento delle Asl romane. Infine, «per rendere più efficiente, efficace e trasparente il sistema, bisogna prevedere il controllo da parte dei cittadini. È, dunque, necessario attivare tutti gli strumenti di partecipazione previsti dalla legge, tra questi le carte dei servizi, le quali devono essere rimodulate sulla base delle varie esigenze». Insomma, una carta politica contro gli sprechi modulata sui tagli alle spese inutili. Quello che in tanti pensano e che nessuno si azzarda a mettere nero su bianco e rendere attuabile. Magari una strada possibile da percorrere senza per forza chiudere ospedali. Val. Con.

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