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Il governo blocca Monti dell'Ortaccio

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Clini: sfruttare gli impianti di Viterbo e Latina. Ma i sindaci insorgono

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Findalla settimana scorsa, quando il commissario straordinario Goffredo Sottile aveva ufficializzato l'ultima proroga per la discarica di Malagrotta (100 giorni per il «tal quale», 6 mesi per i rifiuti trattati) e insieme rilasciato l'autorizzazione integrata ambientale a Cerroni per il vicino sito provvisorio di Monti dell'Ortaccio, che dovrebbe ospitare solo trattato, il ministro Clini si era smarcato reputando «non più tollerabile» seppellire ancora l'indifferenziato, sistema che sarebbe sanzionato dall'Europa, e soprattutto non indispensabile l'apertura di un nuovo invaso. La soluzione, per il ministro, passa per il «commissariamento» di tutte le procedure aperte da tempo in Regione e dunque per il coinvolgimento di tutto il Lazio. «Il complesso degli impianti di trattamento meccanico biologico del Lazio è utilizzato solo al 55% - aveva chiarito Clini – quindi c'è un'importante potenzialità che rende superfluo il conferimento dei rifiuti all'estero, mentre con la nuova legge potremo portare i rifiuti di Roma anche a Viterbo o Latina, sfruttando gli impianti di trattamento già presenti ed alleggerendo i costi», prospettiva questa che andrebbe a ridurre anche «l'autonomia» di 100 giorni prevista per Malagrotta. Secondo quanto previsto dalla legge di stabilità, «il ministro - si legge nella nota diffusa ieri - sta completando le verifiche tecniche e amministrative per l'emanazione del decreto che fisserà le misure urgenti da realizzare entro 60 giorni per assicurare che la gestione del ciclo integrale dei rifiuti sia organizzata e gestita secondo quanto stabiliscono le direttive Eu e le leggi nazionali». Il decreto, si specifica, «si baserà su raccolta differenziata e recupero di materia ed energia, ma punterà anche sul trattamento meccanico biologico, sul recupero della frazione organica e sulla produzione di compost di qualità, utilizzando in via prioritaria gli impianti che esistono nel Lazio e completando le procedure di autorizzazione di quelli da oltre un anno sotto esame delle amministrazioni competenti». Ed è in questo contesto che «saranno riconsiderate le autorizzazioni rilasciate dal prefetto Goffredo Sottile per gli impianti di smaltimento di Malagrotta e Monti dell'Ortaccio, e comunque - ha chiuso Clini - deve essere evitato il conferimento in discarica di rifiuti non trattati». Non solo Monti dell'Ortaccio, dunque, l'intenzione è anche quella di intervenire sul primo provvedimento (la proroga di Malagrotta) firmato da Sottile, cui prima dei «superpoteri» previsti con la legge di stabilità competeva in via esclusiva la scelta della discarica provvisoria, il che escludeva la possibilità di intervento su altre fasi del ciclo dei rifiuti. Il ministro ha convocato per lunedì amministrazioni e imprese coinvolte, a partire da Ama ed Acea, per illustrare il contenuto del decreto.

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