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Pdl e Pd varano le liste pulite Nessuno verrà ricandidato

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Il comitato dei saggi azzurri boccia un'intera classe dirigente

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Nessunconsigliere regionale uscente di Pdl e Pd - i due gruppi consiliari più numerosi - verrà infatti ricandidato. Il comitato dei saggi azzurri composto da Franco Frattini, Rocco Crimi e Manlio Contento hanno infatti sentenziato: «La nostra delegazione alla Pisana va azzerata». Nella relazione inviata al segretario del partito Angelino Alfano, pur senza entrare nel merito delle spese sostenute e rimborsate a ciascuno dei consiglieri, si stigmatizza la totale assenza di criteri nella ripartizione dei fondi per l'attività politica. I tre saggi hanno ascoltato otto consiglieri Pdl (Battistoni, Cicchetti, Colosimo - alla quale è riservato anche un encomio - Bernaudo, D'Aguanno, Irmici, Nobili e Isabella Rauti), mentre Lidia D'Ottavi ha inviato una nota scritta. Gli altri otto non si sono presentati, un atteggiamento non giustificabile per i saggi. L'assegnazione dei fondi avveniva senza riunioni, attraverso rapporti e colloqui ad personam «in contrasto con il rispetto di canoni di politica etica». Non manca una staffilata al partito laziale: «Il coordinamento regionale avrebbe dovuto svolgere una funzione d'indirizzo nei confronti dell'azione del gruppo». Inoltre, la presidente Polverini e l'assessore al Bilancio Cetica sapevano dell'aumento dei fondi. Per questi motivi Frattini, Crimi e Contento invitano, «alla luce del grave discredito» che lo scandalo dei fondi ha provocato sul Pdl, il segretario Alfano «a procedere al completo rinnovo della delegazione che comporrà le liste del Pdl alla Regione Lazio». In realtà qualcuno potrebbe ripresentarsi. Come l'attuale capogruppo Chiara Colosimo, vicinissima a Giorgia Meloni e Fabio Rampelli, che presto potrebbe confluire nel nuovo partito di centrodestra Fratelli d'Italia. Un altro rampelliano fra i fondatori del nuovo partito, Marco Marsilio, è critico sulla relazione dei tre saggi: «La sentenza nella sua esemplare e comprensibile durezza condanna allo stesso modo gaglioffi e galantuomini, lestofanti e persone per bene. Nello stesso tempo, fa salvi i dirigenti del partito che, seppure ritenuti responsabili di non aver saputo vigilare, restano al loro posto e saranno in prima fila a comporre le liste. Nel malaffare che ha contraddistinto questa vicenda, alcuni consiglieri hanno sguazzato, altri hanno commesso leggerezze e inopportunità, ma ve ne sono alcuni che hanno tenuto la schiena dritta, dimostrando rigore morale e spirito di servizio. Questi ultimi vedono distrutta la loro reputazione con un marchio di indegnità morale immeritato». Discorso analogo per il Pd. Anche i democratici non ricandideranno nessuno. La condizione è stata posta dal candidato governatore Nicola Zingaretti al momento di accettare la candidatura. Alcuni consiglieri (Foschi, D'Annibale, Astorre, Perilli, Parroncini) hanno sin da subito fatto un passo indietro. Il capogruppo Esterino Montino si candiderà a sindaco di Fiumicino. Altri (Di Stefano, lo stesso Astorre, la Valentini, Lucherini) sono candidati alle primarie per il Parlameno e, come da regolamento del Pd, non potranno candidarsi a nessun'altra competizione elettorale prima di sei mesi. Al loro posto c'è già chi scalpita ed è partito con la campagna elettorale: tra gli altri, Riccardo Agostini, Daniele Leodori, Eugenio Patanè, Massimiliano Valeriani, Gianfranco Zambelli. Infine la Lista Polverini. Molti di loro - eletti con i voti dei leader locali del Pdl dopo l'esclusione della lista provinciale azzurra - lasceranno la politica, altri tenteranno la sorte in formazioni politiche minori. Difficilmente li rivedremo alla Pisana.

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