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La Regione potrebbe comprare l'Idi-San Carlo per rilanciare il gruppo salvaguardando eccellenze e lavoratori.

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«Seall'esito della procedura concorsuale non si troveranno sufficienti garanzie per salvaguardare una struttura che comunque rappresenta un'eccellenza e anche un'unicità per la sanità del Lazio e non verranno adeguatamente garantiti i livelli occupazionali attuali, ritengo che la Regione Lazio possa valutare la possibilità di acquisire il gruppo Idi/San Carlo», dice la presidente del Lazio. «La Regione oggi - aggiunge - acquista dalle due strutture circa 85 milioni di euro all'anno di prestazioni ospedaliere e ambulatoriali che riguardano, in particolare, la dermatologia. Si possono creare importanti sinergie con altre strutture pubbliche per creare un polo di riferimento per la ricerca scientifica nel campo della cura e della prevenzione dei tumori della pelle salvaguardando così - conclude Polverini - un asset strategico che non può essere ricordato solo per la cattiva gestione amministrativa». Una proposta che non manca di scatenare più d'una polemica. In primis, perché non si capisce quando questa acquisizione potrebbe concretizzarsi. Certamente non prima del 17 febbraio: la giunta è dimissionaria e in carica solo per l'ordinaria amministrazione. C'è poi il delicato tema delle condizioni economiche della sanità regionale, con un disavanzo di 780 milioni di sconsiglierebbe un'ipotesi del genere. Il Parito democratico lo sa bene e intravede dietro le dichiarazioni della Polverini il classico colpo a effetto sotto elezioni. «Dire che il sistema sanitario regionale è in condizioni di fare shopping mentre sta tagliando oltre ai letti anche le lenzuola, è ipotesi degna di Scherzi a parte oppure della Polverini - ironizza il capogruppo Pd alla Pisana Esterino Montino - Capisco che siamo in campagna elettorale ma anche il populismo più becero dovrebbe contenersi, altrimenti potrei proporre di acquistare anche il Gemelli che non se la passa per niente bene e poi, come Regione lanciare un'opa ostile su tutta la sanità privata grande e piccola, policlinici inclusi. Ma è proprio così difficile essere un po' più seri? Capisco la necessità di racimolare qualche voto in più ma lucrare sulla disperazione dei lavoratori e delle loro famiglie non è per niente bello né divertente». Duro anche Enzo Foschi: «La Polverini è ipocrita: a meno di due mesi dalle elezioni afferma che la Regione Lazio potrebbe comprare l'Idi-San Carlo. La presidente dimissionaria poteva pensarci prima invece di far fallire la struttura. La Polverini eviti in campagna elettorale di speculare sulla pelle dei dipendenti e sui gravissimi problemi degli operatori degli ospedali del Lazio». Intanto prosegue il lavoro del commissario alla sanità del Lazio Enrico Bondi per varare i tagli richiesti dai ministeri vigilanti per arginare il deficit regionale e per attuare il decreto Balduzzi. Domani è in calendario l'ultimo vertice - quello decisivo - tra Bondi e tutti i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere. A metà settimana il commissario inconterà i sindacati, per varare i decreti con i nuovi tagli tra Natale e Capodanno, entro il 31 dicembre come richiesto dal ministero dell'Economia e dal ministero della Salute. Secondo quanto trapela da fonti regionali e sindacali, Bondi sarebbe intenzionato a confermare i tagli al San Filippo Neri: oltre 100 posti letto e la chiusura di cinque reparti, tra cui Cardiochirurgia del professor Campanella. A rischio chiusura anche i 18 posti letto dell'Oftalmico e i 26 di maxillofacciale dell'Eastman, due strutture date praticamente per spacciate. Stessa sorte potrebbe toccare al Cto. Discorso analogo per Forlanini e Spallanzani. Bondi è intenzionato a chiudere il primo e ad accorpare il secondo al San Camillo, un'ipotesi confermata dal direttore generale Aldo Morrone ai sindacati, anche se, sino a pochi giorni fa, sembrava essere stata accantonata dallo stesso Bondi. Infine il San Giovanni-Addolorata: potrebbe venire declassato e il Dea passare da secondo a primo livello.Dan. Dim.

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