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Giulia Bianconi Ieri sono iniziati i disagi negli ospedali religiosi della Capitale.

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Unaprotesta contro i decreti 348 e 349 del commissario alla sanità del Lazio, Enrico Bondi, che coinvolge circa 8.500 dipendenti delle strutture romane e che andrà avanti fino alla fine dell'anno. «Provvedimenti dolorosi, ma necessari», spiegano dalle strutture sanitarie coinvolte nelle quali rientrano gli ospedali Fatebenefratelli (all'Isola Tiberina e Villa San Pietro), Vannini e Cristo Re, il San Carlo di Nancy, l'Idi, l'istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Santa Lucia, oltre al Regina Apostolorum di Albano. Strutture che hanno effettuato fino a ieri nel Lazio 25mila prestazioni giornaliere, ora non più possibili. Ma oltre ai servizi per i cittadini, a rischio ci sono anche 800 posti di lavoro a partire dall'inizio del nuovo anno. Al Fatebenefratelli ieri gli utenti, anche quelli esenti, hanno dovuto pagare la visita senza potersi affidare al ticket. Affissi per l'ospedale dell'isola Tiberina molti manifesti rivolti ai pazienti. Fino al 31 dicembre è stata «sospesa l'erogazione delle prestazioni ambulatoriali di ricovero ordinario in regime di convenzione con il sistema sanitario nazionale. Sono escluse dalla sospensione le prestazioni essenziali e i servizi di emergenza che riguardano: neonatologia e ostetricia, oncologia, radioterapia, esenti codice 048 (per chi è affetto da neoplasie, ndr), laboratorio analisi, tac e risonanza magnetica». In fila alle casse i pazienti non hanno preso bene la notizia. «Già la sanità è quella che è», hanno commentato madre e figlia. Qualcuno ha preferito farsi spostare la visita a gennaio. «Speriamo che non sia così anche nel 2013», ha detto una coppia di anziani, entrambi esenti dal pagare il ticket. Alcuni invece hanno scelto di pagare la visita lo stesso, anche se di più. «Non posso rimandarla». Al Cristo Re sono stati sospesi i servizi ambulatoriali a fronte dell'impegnativa, ad esclusione delle prestazioni d'urgenza-emergenza, oncologiche, dell'area materno-infantile, pronto soccorso e rianimazione. Nel nosocomio di Primavalle è stato affisso un comunicato per informare gli utenti che «le prenotazioni con ticket non possono essere più accettate». Per fronteggiare i disagi è stato aperto un ufficio nel quale sarà possibile riprogrammare le visite per il 2013. «C'è vergogna e imbarazzo - confessa il direttore sanitario dell'ospedale Cristo Re, Marino Nonis - Ma abbiamo dovuto respingere le impegnative. Bondi ci ha costretto. Abbiamo comunque valutato caso per caso le prenotazioni degli esenti, posticipandone alcune a gennaio. Agli altri pazienti, invece, abbiamo potuto fornire prestazioni cercando di agevolarli. Ad esempio, per la tac e la risonanza magnetica abbiamo fatto pagare circa 70 euro, un prezzo inferiore a quello che gli utenti avrebbero pagato con il ticket». Situazioni critiche anche al San Carlo di Nancy e all'Idi. I disagi per gli utenti dell'ospedale Santa Lucia inizieranno, invece, lunedì. Fino alla fine dell'anno nell'istituto sulla via Ardeatina non saranno effettuate in regime Ssn nuovi ricoveri in day hospital, nuovi ingressi in palestra P e visite ed esami strumentali ambulatoriali. La Fondazione provvederà a riprogrammare le prestazioni ambulatoriali in regime Ssn programmate in quel periodo. Saranno, invece, assicurati i ricoveri ordinari, i ricoveri in day hospital in essere, le visite di follow up divisionali, le prestazioni di riabilitazione ambulatoriale (palestra P) in essere, le prestazioni ambulatoriali per le quali non è prevista la prenotazione (prelievi ematici e radiologia tradizionale), gli esami di alta complessità diagnostica come risonanza magnetica e tac, oltre all'attività riabilitativa extraospedaliera.

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